Al termine delle assemblee dei lavoratori portuali per approvare l’accordo sul rinnovo del contratto nazionale, il 70% dei votanti ha votato positivamente. Lo hanno annunciato il 20 ottobre 2024 i sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che hanno svolto le trattative e concordato che le associazioni datoriali la bozza d’intesa andata in votazione. In una nota congiunta, le tre sigle affermano che è “un rinnovo giunto dopo due scioperi ed oltre dieci mesi di serrate trattative, svolte dentro un contesto molto complesso e difficile anche a causa della paventata riforma e delle diverse crisi internazionali”. Il comunicato aggiunge che “aver messo in sicurezza il Ccnl dei lavoratori dei porti rappresenta un fatto estremamente importante e da domani il nostro impegno si sposta sulla soluzione di questioni che restano ancora irrisolte, a partire dal riconoscimento del lavoro usurante e dallo sblocco del fondo di accompagnamento all’esodo”.
Ma l’esito delle assemblee è contestato dal sindacato di base Usb Mare e Porti, secondo cui “i conti non tornano”. La sigla rileva di non aver potuto partecipare alla trattativa e ritiene che il rinnovo sia penalizzante per i lavoratori, perché l’aumento salariale non recupera la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione. Sulla votazione, Usb sostiene che a Genova “l'unico porto dove i verbali sono stati resi pubblici il risultato delle 15 aziende coinvolte: su 2035 lavoratori aventi diritto, hanno votato 1437 lavoratori (il 70,61% degli aventi diritto) e 922 (64,16%) si sono espressi contrari all’ipotesi di accordo, bocciandolo clamorosamente”.
Il sindacato cita anche i casi di Trieste, Livorno, Gioia Tauro e Palermo. Nello scalo giuliano “non ci sono dati ufficiali delle singole aziende ma è stato pubblicato solo dato cumulativo dei porti di Trieste e Monfalcone dove ha prevalso il sì al contratto, ma le notizie da Trieste riportano l'affermazione del no nelle più grandi aziende Adriafer, Tmt e Alpt”. A Livorno, denuncia la Usb “non è stata fatta votare la compagnia Alp ex articolo 17 con le Rsu che hanno convocato votazioni autonome che stanno certificando il no al Ccnl a larga maggioranza. In Terminal Darsena Toscana, sette lavoratori su otto si sono astenuti dal voto e in altre aziende l’affluenza è stata molto bassa, anche se in questi casi prevale il sì”.
La Usb aggiunge che “al porto di Gioia Tauro e Palermo non risulta esserci stata alcuna votazione”, mentre “a questo momento mancano i dati dai porti di Venezia, Ravenna, La Spezia, Savona, Civitavecchia, Salerno, Napoli, Gioia Tauro”. Il sindacato annuncia che “a breve saranno individuate date per le assemblee a Genova, Trieste e Livorno”.