Gli autotrasportatori siciliani tornano a minacciare il blocco dei trasporti stradali nell’isola, annunciando possibili ripercussioni sulle forniture per le festività natalizie. "Per il presidente della Regione Siciliana Schifani non siamo una priorità veniamo snobbati e neanche considerati. Per questo motivo, per le feste di Natale, lasceremo vuoti tutti gli scaffali dei supermercati rifiutandoci di consegnare la merce", ha scritto in una nota diffusa il 18 novembre 2024 il Comitato Autotrasportatori Siciliano.
La protesta, già sospesa in passato in attesa di un incontro con il ministero dei Trasporti, nasce dalla frustrazione per la mancata risoluzione di due questioni cruciali: la gestione della tassa Ets (Emission Trading System) e i fondi per il programma Sea Modal Shift destinato a incentivare il trasporto combinato strada-mare.
Un primo fermo, previsto a ottobre 2024 dal comitato, venne rinviato dopo la disponibilità del viceministro Edoardo Rixi a un confronto con i rappresentanti del settore, ma a oggi, denunciano gli autotrasportatori, "la Regione Siciliana non si è attivata per fissare l’incontro".
Secondo gli autotrasportatori, la situazione è sempre più critica: sulla tratta Palermo-Genova, per esempio, il costo Ets per ogni imbarco è di 116 euro, ma il contributo Sea Modal Shift è fermo a soli 15 euro. E la prospettiva per il 2025 è ancora più preoccupante, con un aumento del 40% della tassa Ets e una riduzione del 50% del contributo Sms.
Per gli autotrasportatori, il disinteresse della Regione e dell’assessorato alle Infrastrutture è evidente: "La situazione attuale dimostra come le istituzioni continuino a sottovalutare il problema e questo ci vede costretti a riunirci nuovamente in assemblea per riproclamare il fermo dei servizi di trasporto in Sicilia".
Se le richieste degli autotrasportatori non troveranno ascolto, il comitato minaccia che il blocco delle merci potrebbe paralizzare la distribuzione proprio durante le festività natalizie, con conseguenze dirette per famiglie e aziende: "Lasceremo vuoti gli scaffali dei supermercati perché non possiamo più sostenere costi insostenibili senza alcun supporto concreto".