La mattina del 10 dicembre 2024 il bilancio dell’esplosione avvenuta il giorni prima nel deposito di carburante dell’Eni di Calenzano mostra quattro morti, un disperso e 26 feriti, tra cui due gravi. Tutte le vittime sono autisti di veicoli industriali che stavano caricando l’autocisterna o erano in attesa di farlo. È stata quindi una strage di autotrasportatori, che ha spinto la Fai Conftrasporto e i sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti a intervenire sulla sicurezza nel trasporto.
Il presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, rivolge un “forte appello” ai ministri dei Trasporti e dell’Interno “perché siano garantite le norme di sicurezza, che esistono ma che sono poco applicate, anche perché talvolta, al di là delle dichiarazioni pubblicitarie, non tutti i committenti le rispettano”. Uggè si sofferma sui tempi di carico e scarico dei veicoli industriali, soprattutto nel trasporto di merci pericolose, questione posta da tempo al Tavolo dell'autotrasporto, ma senza risposta: “L'intervento non è più rinviabile. Occorre intervenire. Per questo rinnovo il mio forte appello al Governo, affinché il tema sia affrontato nel modo più adeguato per garantire una maggior sicurezza nelle attività di trasporto”.
In una nota unitaria, i sindacati confederali denunciano che “i numerosi incidenti stradali rendono già incerte e imprevedibili le condizioni di sicurezza degli autisti di mezzi pesanti, non possiamo accettare che anche gli impianti, dove si svolgono lavorazioni che devono essere in massima sicurezza di carico e scarico possano diventare trappole mortali come accaduto a Calenzano”. Le tre sigle chiedono “interventi concreti e immediati a tutela della sicurezza delle lavoratrici e lavoratori”.