Il Decreto Legge numero 48 del 4 maggio 2023 (conosciuto come Decreto Lavoro) stabilisce all’articolo 35 l’esenzione dal pagamento del contributo annuale all’Autorità di regolazione dei Trasporti per le imprese di autotrasporto. Sembrava così chiudersi una lunga vertenza giudiziaria che ha contrapposto l’Autorità alle associazioni degli autotrasportatori al Tar e al Consiglio di Stato. Invece la questione resta aperta, almeno per quanto riguarda le imprese di autotrasporto che svolgono anche intermodalità e logistica.
Un’azienda di trasporto ha mostrato a TrasportoEuropa una diffida giunta a dicembre 2024 con la quale l’Art impone il versamento del contributo relativo al 2020. In questo caso l’impresa dovrebbe pagare lo 0,6% sul fatturato “rilevante”, cui si aggiungono gli interessi legali. A giustificazione del provvedimento, l’Autorità riporta in premessa un lungo elenco di provvedimenti normativi e di sentenze. In caso di mancato pagamento entro novanta giorni, si legge sulla diffida, l’Autorità provvederà alla riscossione, anche coattiva.
Il documento dell’Art precisa che il fatturato “rilevante” è quello delle prestazioni “atte a garantire una connessione con i porti, scali ferroviari merci, aeroporti o interporti svolte attraverso veicoli, dotati di capacità di carico, con massa complessiva oltre i 26mila chilogrammi, nonché trattori con peso rimorchiabile oltre i 26mila chilogrammi”. Insomma, un provvedimento che colpisce l’intermodalità, attività che gli ultimi Governi stanno invece incentivando con contributi pubblici.
Ma non solo. La diffida dell’Art colpisce anche le imprese di autotrasporto che svolgono attività logistiche. Infatti la diffida afferma che bisogna includere nel fatturato “rilevante” anche “i ricavi derivanti da eventuali attività di magazzinaggio, deposito, cargo handling e terminalizzazione ove svolte”.