Il 18 dicembre 2024 il Comitato Interministeriale per le Politiche del Mare (Cipom) ha ricevuto una presentazione della riforma dei porti che secondo il vice-ministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, sarà attuata entro il 2025. I 58 porti italiani sono governati, dal 2016, da quindici Autorità di Sistema Portuale. Dalle anticipazioni della riforma, emerge che il ministero dei Trasporti intende rafforzare il suo ruolo nel governo dei porti attraverso una nuova società a controllo pubblico con il compito di gestire gli investimenti e rappresentare il sistema portuale italiano a livello internazionale. Una innovazione che potrebbe comportare una riduzione dell'autonomia delle singole Autorità, ma portare una maggiore uniformità nella gestione dei porti a livello nazionale.
La riforma prevede anche una semplificazione, che comprenderebbe anche la riduzione delle attività di pianificazione per l'adozione del piano regolatore portuale e delle procedure amministrative concernenti il dragaggio dei porti. Il testo prevede anche l'introduzione di due importanti strumenti per snellire le procedure: la Finestra Unica Doganale e dei Controlli, coordinata dall'Agenzia delle Dogane, e la Finestra Unica Amministrativa, uno sportello unico che si occuperà di tutte le pratiche amministrative e autorizzative per le attività non commerciali e non industriali.
Un altro aspetto importante della semplificazione riguarda le procedure per le concessioni, che dovrebbero essere snellite per favorire gli investimenti. In ambito ambientale, la riforma prevede investimenti in infrastrutture per l'elettrificazione delle banchine (cold ironing), l'utilizzo di carburanti alternativi e la promozione di una logistica più sostenibile. I privati sarebbero più coinvolti nello sviluppo dei porti, attraverso la partecipazione a progetti d’investimento, la gestione di terminal e servizi portuali e la collaborazione con le Autorità portuali.
L'anticipazione della riforma ha già causato alcune reazioni da parte degli operatori. Alcune associazioni di categoria hanno lamentato la mancanza di un adeguato confronto con gli operatori del settore nella fase di elaborazione della riforma. Il 20 dicembre Uniport chiede al Governo di aprire un confronto e annuncia di condividere alcuni aspetti della riforma, come il rafforzamento del governo centrale, il coordinamento delle Asp e le semplificazioni.
Anche i sindacati hanno chiesto un confronto col Governo, soprattutto riguardo agli aspetti legati al lavoro nei porti. Le sigle chiedono anche garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla riqualificazione dei lavoratori che potrebbero essere colpiti dai cambiamenti introdotti dalla riforma. La riforma dovrebbe essere attuata tramite una Legge delega, che fornirà al Governo il mandato per definire in dettaglio le modifiche all’attuale normativa e i tempi di attuazione.