Il mercato dei semirimorchi in Italia ha affrontato un 2024 complesso, segnato da una netta contrazione delle immatricolazioni. Secondo i dati dell’Anfia, questo settore ha registrato un calo complessivo del 13% rispetto al 2023, chiudendo con 13.512 unità vendute. Questa dinamica ha evidenziato una maggiore resilienza da parte dei costruttori italiani, in grado di contenere le perdite, rispetto ai concorrenti stranieri che hanno subito un calo più marcato.
La diminuzione delle immatricolazioni, pari a 2.040 unità in meno rispetto al 2023, riflette una domanda in calo in un contesto globale caratterizzato da instabilità geopolitiche ed economiche. I produttori stranieri hanno subito il colpo più duro, con una flessione del 21%, passando da 9.399 a 7.432 unità vendute. Al contrario, i costruttori italiani hanno mostrato una relativa stabilità, con un calo contenuto all’1,2%, raggiungendo 6.080 immatricolazioni rispetto alle 6.151 dell’anno precedente. I dati storici offrono ulteriori spunti di analisi. Dal 2020 al 2022 il settore aveva mostrato segnali di crescita, culminati in un aumento del 23% nel 2021 con 15.124 immatricolazioni. Tuttavia, il 2023 aveva già evidenziato segnali di rallentamento, con un calo dell’8%, preludio alle difficoltà affrontate nel 2024.
Tra i produttori, Schmitz continua a dominare il mercato, pur subendo un calo significativo del 25,1% (1.821 unità vendute rispetto alle 2.428 del 2023). Segue Kögel, che limita le perdite al 5,8%, con 1.548 immatricolazioni. Menci, terzo in classifica, registra un calo dell’8%, ma consolida la sua posizione grazie a una quota di mercato stabile. Un dato interessante emerge dall’avanzata di Tecnokar, che cresce del 7% e conquista il quarto posto con 1.071 unità vendute. Krone, invece, scivola al quinto posto con un calo del 30%, attestandosi a 888 immatricolazioni.
Tra i marchi italiani, Viberti e Omar si distinguono per una capacità di adattamento superiore alla media. Nonostante una perdita del 23,2%, Viberti mantiene il sesto posto. Al contrario, Ccfc entra per la prima volta tra i primi dieci grazie a una crescita straordinaria dell’82,4% (228 immatricolazioni), segno che l’innovazione e una strategia mirata possono fare la differenza anche in un contesto difficile.
Il mercato italiano dei semirimorchi continua a essere influenzato da fattori esterni, come l’aumento dei costi delle materie prime, le difficoltà logistiche e l’incertezza economica globale. Questi elementi hanno un impatto diretto sulle decisioni di investimento delle aziende, rendendo difficile prevedere una ripresa a breve termine. I produttori dovranno affrontare sfide significative, tra cui la necessità di diversificare le linee di prodotto e adattarsi alle nuove esigenze di sostenibilità e digitalizzazione.
Massimiliano Barberis