Un importante passo avanti per ridurre il contenzioso e i giudizi è stato fatto con la cosiddetta Riforma Cartabia, che introduce la negoziazione assistita anche in ambito giuslavoristico. Dal 28 febbraio 2023, infatti, è entrata in vigore la procedura di negoziazione assistita in materia di rapporti di lavoro, con lo scopo da un lato di ridurre il contenzioso che popola le aule dei tribunali del lavoro e dall’altro di rafforzare in modo decisivo gli strumenti di Adr (alternative dispute resolution) per una soluzione non conflittuale delle vertenze.
La negoziazione può essere attivata con la sottoscrizione tra le parti di un impegno a collaborare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole una controversia e raggiungere un accordo tramite l’assistenza di avvocati e eventualmente anche di consulenti del lavoro. La procedura deve prevedere, oltre all’oggetto della controversia, anche un termine per il suo espletamento (non inferiore a un mese e non superiore a tre mesi), che si può prorogare per altri trenta giorni, previo accordo tra le parti. Se la procedura ha esito positivo, le parti sottoscrivono un accordo che ha un valore definitivo, divenendo titolo esecutivo in caso di mancata osservanza dalla parte obbligata.
La nuova negoziazione assistita diventa quindi uno degli strumenti deflattivi del contenzioso tra lavoratori e datori di lavoro come le altri sedi di componimento delle liti già previste dal Codice di Procedura Civile e dalla legislazione in vigore, ossia le cosiddette “sedi protette”: il giudice del lavoro, la sede sindacale, oltre alle apposite commissioni istituite presso l’Ispettorato del lavoro e agli organismi di conciliazione e certificazione.
La disciplina prevede che l’accordo raggiunto tramite l’assistenza dei rispettivi avvocati sia trasmesso, a cura di una delle due parti ed entro i dieci giorni successivi a una commissione di certificazione dei contratti di lavoro. A passo coi tempi e comoda poi è la previsione secondo cui la procedura di negoziazione possa essere svolta integralmente in modalità telematica mediante collegamento audiovisivo e con sottoscrizione dell’accordo nel rispetto delle disposizioni del Codice dell’amministrazione digitale: si tratta di una conferma di questa modalità già sperimentata con successo in fase di pandemia Covid 19 che ha preso piede anche nei giudizi veri e propri, a conferma della celerità che deve contraddistinguere la gestione delle vertenze.
L’introduzione di questo nuovo strumento alternativo va valutato con favore in quanto rappresenta la possibile chiave di cambiamento per un effettivo contenimento del contenzioso giudiziale in un settore particolarmente delicato qual è l’ambito delle controversie di lavoro anche nel contesto dei trasporti.
Avvocato Maria Cristina Bruni