Lo hanno già soprannominato Sistri 2.0, ma la sua denominazione ufficiale emersa da un emendamento approvato in Senato al Decreto Semplificazioni è Registro Elettronico Nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, che sarà gestito direttamente dal ministero dell'Ambiente e dovrebbe costare molto meno del suo predecessore, ossia 1,6 milioni di euro per l'avvio e tre milioni l'anno per la gestione. Istituendo il nuovo Registro, il Decreto Semplificazioni sancisce la definitiva morte del Sistri e per la fase transitoria mantiene la documentazione cartacea per il 2019. Ora la conversione del decreto, con i relativi emendamenti, passa alla Camera, che deve votare entro il 12 febbraio.
In una nota diffusa il 31 dicembre, Conftrasporto precisa che "le imprese di trasporto non dovranno pagare alcun contributo nel 2019, ma solo nell'anno successivo, quando partirà il nuovo sistema, alla cui implementazione Conftrasporto e Confcommercio stanno già collaborando con il ministero dell'Ambiente e l'Albo Gestori Ambientali". Il presidente della confederazione, Paolo Uggè, commenta: "Il nuovo sistema costerà soltanto 3 milioni l'anno, rispetto ai quaranta che costava il Sistri, e i contributi annuali che verranno chiesti alle imprese non saranno mai pari alle centinaia o migliaia di euro pagati dai vettori negli anni passati, ma solo a modesti importi necessari all'autofinanziamento di un sistema efficiente e funzionale di controllo dei rifiuti trasportati in Italia".
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