Parlando dell’Alitalia si possono usare diverse metafore: quella della Fenice che risorge dalle proprie ceneri o quella del gioco Monopoli, dove si torna al Via. Entrambe potrebbero valere per la dichiarazione fatta dal ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, il 23 aprile 2020, secondo cui la nuova società che rileverà Alitalia potrebbe avviare l’attività entro le prime settimane di giugno con una flotta di oltre novanta aerei.
Ma la principale affermazione riguarda la proprietà, che “inizialmente” sarà completamente pubblica. Poi si vedrà. D'altra parte non si può certo pensare a un investitore oggi, quando tutte le compagnie aeree passeggeri sono sull’orlo del fallimento a causa della pandemia di Covid.19.
Sui dipendenti, Patuanelli esclude che possano tutti passare alla nuova società, ma precisa che “l'accompagnamento che si farà tra la oldco e la newco dovrà garantire la massima tutela occupazionale". Sul versante finanziario, i 400 milioni del prestito precedente all’emergenza coronavirus dovrebbero bastare fino a maggio, poi si potrebbe rifinanziare la compagnia con le risorse che l’Europa metterà a disposizione dei singoli Stati.
Sull’Alitalia è intervenuta anche l’associazione degli agenti aerei Anama, che auspica una valorizzazione del trasporto merci nella nuova società. “La strategicità del trasporto merci nel settore aereo è nei dati: rappresenta circa il 2% del volume delle merci trasportate in tutte le modalità, a cui però corrisponde una quota rilevante del valore economico complessivo”, spiega il presidente Alessandro Albertini. “Il cargo aereo è fondamentale anche nell’import, in particolare nelle filiere dell’elettronica, della meccanica e della farmaceutica. Per questo come spedizionieri aerei che gestiscono quotidianamente l’import-export del Paese, crediamo che sia necessario che questa funzione venga esplicitata a partire dall’attuale fase costitutiva”.