La compagnia aerea statunitense Ameriflight ha firmato una lettera d’intenti con la Natilus per la fornitura di venti esemplari dell’aereo senza pilota Kona, progettato per il trasporto delle merci. Questo apparecchio può trasportare un carico di 4,7 tonnellate (con capienza di sette container LD3-45) con un’autonomia massima di quasi 1.500 chilometri. Ha una configurazione triangolare ad ala mista ed è mosso da un motore a elica posto nella parte posteriore. Natilus ha progettato anche droni merci più grandi, con motore jet e portate di 73 e 121 tonnellate.
La commessa ha un valore di 134 milioni di dollari, però l’apparecchio non è ancora prodotto in serie, anzi non esiste neppure un prototipo volante. Natilus dichiara che il Kona inizierà le prove di volo nel 2024 e le prime consegne avverranno nel 2026, mentre tempi ancora più lunghi sono previsti per gli apparecchi più grandi.
Questo è un esempio di come le start-up statunitensi che intendono sviluppare tecnologie sulla guida autonoma riescano a ottenere finanziamenti e perfino ingenti ordini prima ancora di realizzare un prototipo. Nel 2022, Natilus annunciò di avere ricevuto impegni di acquisto anticipato per oltre 440 velivoli, con un valore totale di ben sei miliardi di dollari. Ma perché le compagnie aeree firmato tali impegni? Soprattutto per essere le prime a usare queste tecnologie se e quando saranno realmente attuate.
Ameriflight svolge servizi di cabotaggio aereo delle merci – anche per multinazionali come Ups – con una flotta di 156 apparecchi a turboelica di diverso tipo verso oltre duecento destinazioni degli Stati Uniti, del Canada, del Messico e dei Caraibi. La flotta comprende Embraer MB 120, Fairchild SA-227 e Beechcraft 1900.