Alle 14.00 del 31 ottobre 2020 è atterrato il primo aereo sul nuovo aeroporto di Berlino Brandenburgo intitolato a Willy Brandt, un Easyjet proveniente da Tegel, seguito a quattro minuti da un Lufthansa decollato da Monaco di Baviera. E in questo caso è appropriato dire “finalmente”, perché il nuovo scalo della capitale tedesca è diventato operativo con ben nove anni si ritardo rispetto alla data prevista e con un costo di 5,96 miliardi di euro, a fronte del preventivo di due miliardi.
Il cantiere è iniziato nel 2006 e ha subito ben sei rinvii per diverse cause: errori di progettazione, inchieste su corruzione e altri motivi, che hanno creato in Germania una sfilza di battute e barzellette analoghe a quelle italiane sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Con la differenza che in Germania non sono abituati a questi eventi.
Anche l'inaugurazione arriva in un momento sfortunato, in piena crisi di Covid-19 che sicuramente rinvierà di qualche anno l’obiettivo previsto di 41 milioni di passeggeri l’anno, per diventare il terzo scalo passeggeri tedesco dopo Monaco e Francoforte. Sostituisce i due aeroporti di Berlino Schönefeld e Tegel. Il primo è stato inglobato nel nuovo scalo, diventando uno dei cinque terminal, e il secondo sarà chiuso l’otto novembre.
Le operazioni a terra sono seguite da Swissport, che già le serviva a Schönefeld e Tegel. La società serve anche la cargocity del nuovo aeroporto con un impianto di 2100 metri quadrati. I servizi merci saranno completamente trasferiti da Tegel a Berlino Brandenburgo il 9 novembre. La nuova cargocity ha uno spazio del 60% superiore di quella di Tegel.