Nel giro di pochi mesi avvennero due gravi incidenti aerei che coinvolsero altrettanti Boeing B373 Max: il primo nel 2018 in Indonesia e il secondo l'anno successivo in Etiopia. Nei due incidenti persero la vita complessivamente 346 persone. Il 29 ottobre 2018, il volo Lion Air 610 si schiantò, uccidendo tutte le 189 persone a bordo. L'aereo, un 737 MAX 8, che aveva solo 800 ore di volo, precipitò nel Mar di Giava tredici minuti dopo il decollo. Meno di cinque mesi dopo, il 10 marzo 2019, un altro 737 MAX 8 dell’Ethiopian Airlines (volo 302) cadde dopo il decollo da Addis Abeba, in Etiopia, causando la morte di tutte le 157 persone a bordo.
Le successive indagini rivelarono che entrambi gli incidenti vennero causati da un difetto nel sistema di controllo di volo chiamato Mcas (Maneuvering Characteristics Augmentation System). Questo sistema è progettato per evitare lo stallo, ma in quei casi spinse ripetutamente il muso degli aerei verso il basso a causa di dati errati provenienti da un sensore difettoso, rendendo impossibile per i piloti riprendere il controllo.
Nei mesi successivi, Boeing venne accusata di aver nascosto dettagli sullo Mcas ai regolatori del volo e ai propri piloti collaudatori durante lo sviluppo del 737 Max. La compagnia ottenne anche il permesso dalla Faa (l'autorità statunitense di regolazione del volo) di rimuovere ogni menzione del sistema dal manuale dei piloti del Max.
Dopo questi incidenti e i primi risultati delle indagini, le Autorità di regolamentazione di tutto il mondo misero a terra l'intera flotta di 737 Max per quasi due anni, fino a quando Boeing non implementò correzioni al software per risolvere i problemi dello Mcas. Intanto si mosse pure il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che aprì a gennaio 2024 un’indagine penale in seguito a un altro incidente avvenuto su un B737 Max 9 di Alaska Airlines, che in quel caso fu diverso (si staccò un pannello in volo) e non causò vittime. Questo incidente avvenne due giorni prima della scadenza dell'accordo del 2021 che aveva protetto Boeing dall'azione penale per i precedenti incidenti mortali.
A marzo 2024, il Dipartimento di Giustizia accusò Boeing di aver violato i termini dell'accordo di azione penale differita raggiunto all'inizio del 2021, a seguito dei due incidenti mortali del 737 MAX. Ed è stata questa violazione ad avviare l’azione penale per frode alla Faa. Il 30 giugno, il Dipartimento offrì a Boeing un patteggiamento per evitare il processo.
L’8 luglio i giornali statunitensi hanno pubblicato la notizia che Boeing ha accettato il patteggiamento, dichiarandosi colpevole di frode, accettando di pagare una multa di 243,6 milioni di dollari e d’investire almeno 455 milioni di dollari nei prossimi tre anni per migliorare i suoi programmi di sicurezza e conformità, sotto la supervisione di un organismo indipendente. Inoltre, il consiglio di amministrazione di Boeing dovrà incontrare le famiglie delle vittime degli incidenti.
Però alcune delle vittime non si dichiarano soddisfatte di questa conclusione, perché ritengono il patteggiamento troppo favorevole a Boeing. Quindi i loro avvocati hanno annunciato che si costituiranno in Tribunale. E questo è il vero pericolo per Boeing, perché nel caso di una condanna in Tribunale, la società sarebbe dichiarata un criminale condannato, mettendo a rischio la possibilità di contratti col Governo.
C’è poi la questione della reputazione internazionale di Boeing, che è stata già minata dalle indagini successive ai due incidenti mortali e che sicuramente il patteggiamento non migliora. E non c’è nulla di peggio per un costruttore aeronautico di una reputazione scalfita proprio su temi legati alla sicurezza.