Il prossimo passo per attuare il Piano, e anche l'ultimo, è la firma del Presidente della Repubblica, così da inserire il testo nella Raccolta ufficiale degli atti normativi dello Stato. Il Piano è quello annunciato dal ministero dei Trasporti nei mesi scorsi. Esso prevede dieci bacini omogenei di traffico, che sono stati individuati sulla base di una distanza massima di due ore di percorso in auto da un aeroporto considerato "di particolare rilevanza strategica". Questi bacini sono: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord, Centro Italia, Campania Mediterraneo-Adriatico, Calabria, Sicilia Occidentale, Sicilia Orientale, Sardegna.
All'interno di questi bacini, il Piano individua tre aeroporti considerati "strategici intercontinentali", che sono Roma Leonardo da Vinci (Fiumicino), Milano Malpensa e Venezia Marco Polo. Poi ci sono nove aeroporti inseriti nel core network europeo: Torino Caselle, Bologna Guglielmo Marconi, il polo formato da Pisa Galileo Galilei e Firenze Amerigo Vespucci, Napoli Capodichino, Bari Karol Wojtyła, Lamezia Terme Sant'Eufemia, Palermo Falcone Borsellino, Catania Vincenzo Bellini, Cagliari Mario Mameli.
Il Piano pone però precise condizioni per inserire nel core network gli scali di Torino e di Pisa/Firenze. Nel primo caso, l'aeroporto deve attuare un'alleanza con Malpensa per "generare sinergie di sviluppo reciproco e dell'intero bacino del Nord Ovest". Nel secondo caso, i due aeroporti toscani devono integrarsi in un'unica gestione.
Il terzo livello è quello di venticinque aeroporti di "interesse nazionale": Milano Linate, Bergamo, Brescia, Cuneo, Genova, Verona, Treviso, Trieste, Rimini, Parma, Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara, Salerno, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia, Alghero.
Ma per rimanere in questa categoria, vi sono precise condizioni: specializzazione dello scalo e una sua riconoscibile vocazione funzionale al sistema all'interno del bacino di utenza; dimostrare, tramite un piano industriale corredato da un piano economico-finanziario, che l'aeroporto sia in grado di raggiungere l'equilibrio economico-finanziario, anche tendenziale, e adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio.
Possono ottenere la qualifica di aeroporti d'interesse nazionale anche gli scali che "garantiscono la continuità territoriale di regioni periferiche e aree in via di sviluppo o particolarmente disagiate, qualora non sussistano altre modalità di trasporto, in particolare ferroviario, adeguate a garantire tale continuità".
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