Prosegue il periodo nero di Boeing, che nei mesi scorsi ha subito gravi problemi in diversi fronti: quello aereo con inconvenienti al modello B737 Max, quello sindacale, con lo sciopero a oltranza di circa 30mila dipendenti, quello finanziario (perdita di sei miliardi nel terzo trimestre 2024) e quello spaziale, col fallimento della missione della navicella spaziale Starlink, che è dovuta tornare a terra lasciano due astronauti nella Stazione Spaziale Internazionale (poi recuperati da una Space X Crew Dragon). E proprio dallo spazio arriva l’ultimo problema per il costruttore statunitense.
Il 19 ottobre 2024 un satellite per telecomunicazioni costruito da Boeing, l’Intersat 33e, è esploso mentre era in orbita geostazionaria. Il satellite forniva servizi di comunicazione a clienti in Europa, Africa e Asia-Pacifico, ma la sua perdita sta creando anche un antro grave inconveniente, oltre all’interruzione dei servizi: l’esplosione ha creato frammenti che possono colpire altri satelliti. Il loro numero varia secondo le rilevazioni: la US Space Forze ne sta controllando una ventina, la russa Roscosmos ne ha rilevati un’ottantina ed ExoAnalytics ne traccia 57.
Il satellite è stato lanciato nel 2016 e in teoria avrebbe dovuto avere una vita operativa di quindici anni, poi ridotta di tre anni e mezzo a causa di problemi al sistema di propulsione. Questo era il secondo esemplare della piattaforma satellitare EpicNG di Boeing. Dalle prime informazioni, prima dell’esplosione è stata rilevata una perdita di potenza.