Nel giro di poche ore la tendenza al ribasso dei noli aerei dalla Cina che normalmente segue il Capodanno cinese si è rovesciata e i prezzi sono tornati a salire dopo l’invasione russa dell’Ucraina. La causa è il pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia decise dall’Unione Europea, che coinvolge anche le compagnie aeree, soprattutto Aeroflot e AirBridgeCargo, che hanno sospeso i voli cargo verso i Paesi dell’Unione. Continuano a operare le compagnie con sede in Europa del Gruppo Volga-Dnepr, ossia la britannica Cargologicair e la tedesca Cargologic. Ciò causa una riduzione della stiva da e per l’Europa, aggravata dalle contro-sanzioni russe, che hanno vietato i cieli russi al transito di numerose compagnie europee. Per questo motivo Finnair Cargo ha interrotto i voli per l’Asia orientale.
Gli effetti di questa situazione sono stati immediati anche in Italia, come spiega a TrasportoEuropa Alice Arduini, titolare della Casa di spedizioni Alix International: “Non mi aspettavo un reazione così veloce, invece i miei corrispondenti cinesi mi hanno annunciato fin dalla mattina del 28 febbraio un aumento dei noli, anche di spedizioni prenotate la settimana precedente. Per esempio, una spedizione da Shanghai a Milano passata da AirBridge Cargo a Lufthansa è passata da 5,27 dollari a 6,48 dollari al chilo”.
L’aumento dei noli non l’unica conseguenza delle sanzioni, perché sarà accompagnata da un aumento dei tempi di consegna delle merci: “Il volo di Airbridge Cargo era il più veloce da Shanghai a Milano e ora resta quello volo diretto di Air China. Sta aumentando l’intasamento delle merci negli aeroporti cinesi, con conseguente slittamento delle partenze e de gli arrivi. Per esempio, una spedizione diretta che doveva partire da Shanghai il primo marzo partirà il tre marzo, mentre in un altro caso una diretta si è trasformata in un volo da Shanghai alla Serbia e da qua dovrà proseguire per Milano”. Per il prossimo futuro Arduini non è ottimista: “Temo che questo sia solo l’inizio di un costante peggioramento, se la situazione in Ucraina non migliorerà”.
Arduini racconta anche la vicenda del suo corrispondente ucraino, che aveva sede a Mariupol: “Ha provato a evacuare tutti i suoi dipendenti verso la parte occidentale dell'Ucraina, ma qualcuno non è riuscito a farlo ed è rimasto bloccato dai combattimenti. Lui ora è a Varsavia, dove sta cercando di deviare le spedizioni attese in Ucraina. La Polonia sta diventando uno degli hub dove convogliare i flussi che interessano l’Ucraina”.