Il trasporto aereo di merci ha iniziato il 2025 con una crescita inferiore alle aspettative: secondo i dati di Xeneta, a gennaio la domanda globale è aumentata solo del due percento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un dato che contrasta con i forti incrementi a doppia cifra registrati per gran parte del 2024. Gli operatori del settore guardano con attenzione all'evoluzione delle tensioni commerciali globali, mentre il mercato sembra entrare in una fase di attesa.
Secondo Niall van de Wouw, Chief Airfreight Officer di Xeneta, tale rallentamento non si può attribuire direttamente alle nuove misure tariffarie introdotte dagli Stati Uniti, bensì a una combinazione di fattori. Tra questi, il Capodanno cinese anticipato, che ha influito sui volumi in uscita dalla Cina, e il confronto con un gennaio 2024 particolarmente forte.
Ciò non significa però che la questione dei dazi statunitensi non stia pesando sulle strategie aziendali. Le prime mosse del presidente Trump, con la minaccia di dazi (sospesi per un mese) nei confronti di Messico e Canada e l’aumento di quelli della Cina, con le conseguenti risposte Pechino, Ottawa e Città del Messico, hanno generato un clima di instabilità. Van de Wouw sottolinea che la situazione è ancora in fase di trattativa e che la natura delle decisioni statunitensi lascia spazio a margini di manovra. Tuttavia, l'incertezza incide negativamente sulla fiducia degli investitori e rende più complessa la pianificazione per spedizionieri e operatori logistici.
Negli ultimi anni, il commercio elettronico internazionale è stato un elemento fondamentale per la crescita del trasporto aereo. Nel 2024, il 25% delle vendite globali di e-commerce dalla Cina era diretto agli Stati Uniti, riempiendo oltre la metà della stiva disponibile sulle rotte tra i due Paesi. Tuttavia, l’annunciata (e per ora sospesa) sospensione dell'esenzione de minimis per gli acquisti online – ossia l’applicazione dei dazi anche alle merci con valore inferiore a 800 dollari - potrebbe modificare lo scenario. L'applicazione di nuovi obblighi doganali e l'incremento dei costi potrebbero impattare la capacità di trasporto e allungare i tempi di consegna.
Van de Wouw ritiene che, nonostante un possibile aumento dei prezzi, la domanda di prodotti a basso costo e consegna rapida resterà elevata. I principali operatori del settore erano consapevoli della possibile riforma e hanno già predisposto strategie per adattarsi. Secondo l'analista di Xeneta, l'impatto immediato potrebbe essere contenuto, ma a lungo termine sarà determinante la percezione del consumatore: se i ritardi nelle consegne supereranno una soglia critica, potrebbe verificarsi un calo della domanda, con ripercussioni sui volumi e sulle tariffe di trasporto a livello globale.
Se il commercio elettronico dovesse rallentare, i beneficiari potrebbero essere gli spedizionieri di merci generiche, che vedrebbero una riallocazione della capacità disponibile e una conseguente riduzione delle tariffe di trasporto. Tuttavia, il mercato delle merci generali non ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni e non ci sono segnali concreti di un'inversione di tendenza nel 2025.
Come abbiamo detto, a gennaio 2025, il trasporto aereo globale è cresciuto solo del due percento su base annua, in parte per il graduale superamento delle interruzioni del trasporto marittimo, causato dalla tregua a Gaza. Anche la capacità complessiva è aumentata dello stesso valore, mantenendo il fattore di carico dinamico stabile al 57%.
Nonostante il rallentamento della domanda, le tariffe spot globali sono rimaste il 17% più alte rispetto all'anno precedente, attestandosi a 2,65 dollari per chilogrammo, un valore ancora superiore del 56% rispetto ai livelli pre-pandemia. Tra i fattori che sostengono questi livelli tariffari ci sono il commercio elettronico, la limitata capacità aerea a causa della lenta produzione di nuovi velivoli, la necessità di deviare voli per le restrizioni dello spazio aereo russo e l'adattamento graduale delle tariffe alle variazioni di domanda e offerta. A livello mensile, la flessione delle tariffe spot globali è stata dell'11%, leggermente inferiore a quella registrata nello stesso periodo del 2024 (-13%).
Le tendenze delle principali rotte commerciali evidenziano andamenti diversi. Le tratte "fronthaul" (a maggiore volume) hanno continuato a registrare aumenti, con la crescita più rilevante nei collegamenti tra Medio Oriente, Asia Centrale ed Europa, dove le tariffe spot sono aumentate del 63% su base annua, raggiungendo 2,59 dollari per chilogrammo. Anche la tratta Europa-Nord America ha registrato un aumento del 24%, con tariffe pari a 2,36 dollari per chilogrammo.
L'allocazione strategica della capacità cargo sulle rotte asiatiche ha contribuito a un aumento moderato delle tariffe dai principali hub nordorientali del continente. Le tariffe dalla Cina verso l'Europa sono cresciute del 19% (4,40 dollari per chilogrammo), mentre quelle verso il Nord America sono aumentate del 14% (4,38 dollari per chilogrammo).
In controtendenza, le tratte "backhaul" (a minore volume) hanno registrato una flessione delle tariffe, con cali fino al 22% nel caso della rotta Nord America-Cina e del 2% tra Nord America ed Europa. Un'eccezione è rappresentata dai collegamenti tra Europa e America Latina, che hanno visto un aumento a una cifra su base annua.