Anche maggio 2023 mostra una flessione nel trasporto aereo globale delle merci. La Iata comunica che il calo del traffico – in termini di tonnellate per chilometro - è stato del 5,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre la capacità è aumentata addirittura a doppia cifra, ossia del 14,5%, a causa soprattutto della stiva belly che segue la robusta crescita del trasporto passeggeri. La capacità è ora superiore addirittura a quella prepandemica: + 5,9% rispetto a maggio 2019.
Secondo la Iata, gli elementi che provocano questa flessione sono tre. Il primo è la contrazione (-1,4%) degli ordini di esportazione degli acquisti manifatturieri e del 5,2% della sua produzione. Il secondo è la flessione del commercio globale dello 0,8% avvenuto ad aprile, a causa delle sfide macroeconomiche e dei vincoli della catena di approvvigionamento. Infine, le condizioni commerciali favoriscono il trasporto marittimo di container.
"Le condizioni commerciali per il trasporto aereo di merci continuano ad essere difficili”, commenta Willie Walsh, direttore generale della Iata. “La seconda metà dell'anno, tuttavia, dovrebbe portare qualche miglioramento. Con la moderazione dell'inflazione in molti mercati, si prevede che i rialzi dei tassi delle banche centrali si ridurranno. Questo dovrebbe contribuire a stimolare l'attività economica con un impatto positivo sulla domanda di trasporto aereo di merci".
Il traffico che riguarda l’Europa è calato a maggio in misura maggiore rispetto alla media globale: -6,7%, valore che comunque è leggermente superiore al -7,7% di aprile. Però la capacità è aumentata del 5,6%. Invece l’Asia Pacifico è calata meno della media: -3,3%, ma in questo caso il valore è maggiore dello -0,3% di aprile, mentre la capacità è cresciuta del 38,3%. La peggiore prestazione è avvenuta nell’America settentrionale, che registra un calo di traffico dell’8,1% (a fronte del -12,4% di aprile). Pesa soprattutto al contrazione del 10,3% sulle rotte europee.
Viceversa, nell’America latina appare l’unica nota positiva del mese, con un aumento del 3,6%, che ribalta il risultato di aprile (-1,6%). Completano il quadro il Medio Oriente, che cala del 3,1%, e l’Africa, che scende del 2,4%, probabilmente a causa del conflitto in Sudan che ha condizionato negativamente le rotte con l’Asia.