Da un lato l’impennata del commercio elettronico causata dall’isolamento sociale di milioni di persone, che sta pompando il fatturato di Amazon, dall’altro la profonda crisi delle compagnie aeree tradizionali, che devono lasciare a terra centinaia di apparecchi con perdite dell’ordine di miliardi di euro. Sono due fattori che possono spingere Amazon ad accelerare il programma di trasporto autonomo delle sue spedizioni, incrementando la flotta di aerei cargo. Un segnale in tal senso è l’aumento delle richieste di lavoro sul sito web di Amazon Air, la filiale europea con sede a Lipsia, e su alcune piattaforme specializzate nella ricerca di personale.
Pare, insomma che il colosso dell’e-commerce stia consolidando la sua presenza in Europa, dove già opera con apparecchi noleggiati a caldo o di vettori terzi. La base dovrebbe essere l’aeroporto di Lipsia, dove Amazon ha un centro distributivo di 20mila metri quadrati che impiega duecento persone. Proprio a casa di Dhl, che attualmente è un suo fornitore di trasporto aereo e che sarebbe la compagnia più penalizzata in Europa da una conversione di Amazon verso le spedizioni dirette. Oggi Amazon Air ha una flotta di 50 aerei, che diventeranno 70 nel 2021, diventando la quarta compagnia cargo del mondo.