È ancora presto per valutare l’impatto della guerra in Ucraina sul trasporto globale delle merci, perché le rilevazioni della Iata riguardano il mese di febbraio 2022, che mostra buoni risultati. Il traffico infatti aumenta sia rispetto al mese precedente, ma anche rispetto allo stesso periodo del 2019, portando i valori a livelli superiori di quelli prepandemici. Una delle cause è la ripresa della produzione industriale in Cina, dopo le vacanze del nuovo anno, l’altra è il progressivo allentamento delle restrizioni ai viaggi causate dalla Covid-19, che ha rimesso in volo aerei passeggeri e la relativa stiva belly. A febbraio, il traffico globale, in termini di tonnellate per chilometri, è aumentato del 2,9% rispetto allo stesso mese del 2021 (valore che scende al 2,5% per le operazioni internazionali).
Resta ancora il nodo della carenza di stiva rispetto alla domanda di trasporto. A febbraio 2022 la stiva globale è aumentata del 12,5% rispetto allo stesso mese del 2021 (ma tale valore cala all’8,9% per le operazioni internazionali), ma resta comunque inferiore del 5,6% rispetto a febbraio 2019, ultimo mese prima della pandemia. Ci sono però delle incognite su marzo perché, oltre alla guerra in Ucraina, sono ricomparse alcune severe restrizioni in Cina per la pandemia e si registra un calo nei nuovi ordini di esportazione.
“La domanda di trasporto aereo delle merci ha continuato ad espandersi nonostante le crescenti sfide in ambito commerciale”, spiega Willie Walsh, direttore generale della Iata. “Questo non sarà probabilmente il caso a marzo, quando le conseguenze economiche della guerra in Ucraina diventeranno evidenti. I cambiamenti legati alle sanzioni nell'attività manifatturiera ed economica, l'aumento dei prezzi del petrolio e l'incertezza geopolitica avranno il loro peso sulla prestazione del cargo aereo".
L’analisi regionale mostra che i vettori europei hanno registrato un aumento del 2,2% dei volumi a febbraio 2022 rispetto allo stesso mese del 2021. Questo valore è inferiore rispetto al mese precedente (quando era del 6,4%), parzialmente attribuibile alla guerra in Ucraina iniziata alla fine del mese. La domanda destagionalizzata sulla rotta Asia-Europa, una delle più colpite dal conflitto, è diminuita del due percento mese su mese. La capacità è aumentata del 10% rispetto a febbraio 2021 e in calo dell'11,1% rispetto ai livelli pre-crisi (2019). Il tasso di crescita più alto emerge in America Latina (+21,2%), mentre nel Nord America la crescita si attesta al 6,1% e in Asia Pacifico al 3%. L’Africa cresce del 4,6%, mentre il Medio Oriente cala del 5,3%.