Prosegue anche ad aprile 2023 la progressiva discesa del trasporto aereo delle merci, anche se in misura leggermente inferiore rispetto al mese precedente. Lo annuncia la Iata, che ha rilevato ad aprile una riduzione del 6,6% del traffico, espresso in tonnellate-chilometri, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, valore che a marzo era del 7,6%. Continua invece ad aumentare la capacità, che è del 13,4% superiore su base annuale e del 3,2% rispetto ad aprile 2019. Questa è la prima volta negli ultimi tre anni che la capacità supera il livello pre-pandemico.
Ciò avviene soprattutto per l’incremento della stiva belly, che cresce per la forte richiesta di voli passeggeri. Se invece si considera solo la stiva cargo, emerge una riduzione del 2,3%. La Iata comunica anche che a marzo 2023 sono completamente cessate le attività preighter, ossia il trasporto di merci su aerei passeggeri, un fenomeno apparso durante l’emergenza pandemica.
"Il trasporto aereo di merci si sta adattando alle implicazioni della ripresa della domanda di passeggeri, che porta con sé un'espansione della capacità di carico”, spiega Willie Walsh, Direttore Generale della Iata. “Il contesto della domanda è difficile da leggere. La riduzione dell'inflazione è sicuramente positiva, ma non sono chiari il grado e la velocità con cui ciò potrebbe portare a politiche monetarie più allentate che potrebbero stimolare la domanda. La resilienza che ha permesso al settore del trasporto aereo di merci di superare la crisi Covid-19 è fondamentale anche nel periodo successivo".
I vettori europei hanno perso traffico merci con una percentuale maggiore rispetto alla media globale (-8,2%) e superiore perfino a quella di marzo (che era del 7,4%). La causa principale, secondo la Iata, è il forte calo della domanda sulla rotta con il Nord America, pari al 13,5%, ma anche di quella dei trasporti interni al continente (-16,1%). È invece aumentata la domanda per l’Asia (+3,4%). In tale contesto, è cresciuta la capacità del 7,8%.
Ma il risultato peggiore lo registrano le compagnie dell'America settentrionale, con un calo del traffico del 13,1% e anche in questo caso la percentuale è superiore a quella di marzo (che era del 10,2%). Il Nord America sconta non solo una riduzione della domanda verso l’Europa, ma anche verso l’Asia (del 9,3%). Cala anche la capacità, dell’1,5%. Il mercato principale, quello dell’Asia, resta sostanzialmente stabile, con una riduzione solo dello 0,4%, con un buon recupero nei confronti di marzo, quando il traffico scese del 6,8%. Però i vettori asiatici mostrano un aumento della capacità addirittura del 41,2%, a causa della stiva belly.
Il Medio Oriente resta invece nella media globale, con una riduzione di traffico del 6,8%, valore leggermente peggiore rispetto a marzo (-5,5%), ma con un aumento di capacità del 10%. Calano, ma in misura minore, anche i vettori dell’America Latina (-1,6%), mentre quelli africani sono gli unici che crescono: +0,9%, grazie all’incremento dei traffico con l’Asia. Ciò porta l’aumento del trasporto aereo dei vettori africani nell’ultimo anni al venti percento.