A febbraio 2025, il trasporto aereo delle merci ha vissuto una battuta d’arresto da metà 2023. Dopo un periodo di crescita moderata, culminato con il picco di ottobre 2024 – quando il traffico globale aveva raggiunto i 24,4 miliardi di tonnellate-chilometro – il settore ha mostrato segnali di rallentamento, che la Iata attribuisce sia a fattori stagionali che a dinamiche economiche e politiche più complesse. Secondo l’analisi mensile dell’associazione dei vettori, la domanda globale di cargo aereo è calata dello 0,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Tuttavia, una volta corretti i dati per la stagionalità e per la presenza del giorno extra del 2024, anno bisestile, la domanda effettiva risulta in crescita del 3,0% rispetto a febbraio dell’anno scorso, in linea con il ritmo di gennaio.
Il rallentamento può essere spiegato in parte dalla stagionalità tipica del mercato, che vede un picco nei mesi invernali, spinto dalle festività natalizie, seguito poi da un fisiologico calo nei volumi trasportati. Ma a influire è stata anche una crescente incertezza a livello macro-economico, alimentata da nuove tensioni nel commercio globale e da una maggiore instabilità delle politiche economiche statunitensi dopo l’insediamento della nuova amministrazione Trump. Queste condizioni hanno inciso sulla fiducia delle imprese e sul regolare flusso del commercio internazionale.
Sul piano regionale, l’Asia Pacifico si conferma come l’area trainante, con un incremento del 5,5% del traffico cargo rispetto a febbraio 2024, anche se in rallentamento rispetto al mese precedente, quando l’incremento era stato del 7,1%. Anche le compagnie dell’America Latina (+4,6%) e del Nord America (+3,0%) hanno mostrato segni positivi, sebbene con ritmi più contenuti. La situazione è invece più critica in Medio Oriente e in Africa, dove si sono registrati rispettivamente cali dell’11,9% e del 5,8% rispetto all’anno precedente. L’Europa ha mantenuto un livello di traffico sostanzialmente stabile su base annua, ma ha mostrato una lieve flessione rispetto a gennaio, soprattutto una volta corretti i dati per gli effetti stagionali.
Analizzando le rotte principali, emerge chiaramente la forza del mercato intra-asiatico, che ha registrato un sorprendente +9% rispetto a febbraio 2024, diventando la quarta rotta merci più trafficata al mondo. Le rotte tra Europa e Asia hanno visto una solida crescita del 4,7%, riducendo la distanza rispetto alla tradizionalmente dominante rotta transpacifica, che ha mantenuto volumi stabili a 3,8 miliardi di tonnellate-chilometro. Anche la rotta transatlantica ha mostrato segnali di vitalità, con un incremento del 4,5% su base annua. In controtendenza, le rotte tra Medio Oriente e Asia hanno subito un calo del 6,2%, mentre quelle tra Europa e Medio Oriente hanno registrato la flessione più netta del periodo, con una contrazione del 14,1%. Anche il traffico intra-europeo ha subito un ridimensionamento, con un calo del 2,3%.
Per quanto riguarda la capacità disponibile, a febbraio si è osservata una contrazione dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Questo ha determinato un leggero aumento del coefficiente di riempimento dei voli cargo, il fattore di carico, che ha raggiunto il 45,0%, guadagnando 0,1 punti percentuali. Le compagnie europee hanno ottenuto il livello di utilizzo più elevato con un fattore di carico del 58,1%, grazie alle buone performance sulle rotte tra Europa e Asia. Al contrario, il risultato più debole si è registrato in America Latina, con un fattore di carico del 36,5%, in calo di mezzo punto rispetto a febbraio 2024. Un dato interessante riguarda l’utilizzo delle diverse tipologie di aeromobili: più della metà della capacità cargo internazionale (56%) è stata fornita dallo spazio in stiva degli aerei passeggeri, in crescita del 2,4% su base annua. Di contro, la capacità offerta dai velivoli cargo dedicati è diminuita dello 0,7%.
Sul fronte dei costi operativi, il mese ha registrato un lieve calo dei prezzi del carburante per l’aviazione. Il prezzo medio del petrolio è sceso del 2,1% rispetto a gennaio, attestandosi a 94,6 dollari al barile. Questa diminuzione, però, non ha impedito un crollo ben più marcato dei rendimenti del trasporto merci, che sono diminuiti del 6,1% mese su mese, raggiungendo il livello più basso degli ultimi dodici mesi. La discesa dei rendimenti, che segna il terzo calo consecutivo, ha reso il trasporto aereo relativamente più competitivo rispetto al trasporto marittimo. Parallelamente, il cosiddetto crack spread – la differenza tra il prezzo del carburante raffinato e del greggio – è aumentato da 17,4 a 19,4 dollari, segnalando una maggiore pressione sui margini per i vettori.
In sintesi, il mese di febbraio 2025 ha rappresentato una fase di transizione per il settore del trasporto aereo delle merci. Nonostante la leggera contrazione su base annua, i fondamentali economici restano positivi e suggeriscono che il rallentamento potrebbe essere temporaneo. Saranno però determinanti, nei prossimi mesi, l’evoluzione delle tensioni geopolitiche e la capacità del settore di adattarsi a un contesto ancora fortemente influenzato da dinamiche macroeconomiche complesse.