L’esplosione della pandemia di Covid-19 ha lasciato a terra gran parte della flotta aerea passeggeri, riducendo drasticamente anche la stiva dedicata da questi apparecchi alle merci. Ciò ha causato una carenza di capacità che ha causato un costante aumento delle tariffe internazionali da metà febbraio. Una tendenza che secondo il servizio Freight Investor Services sembra stabilizzarsi. Analizzando le rilevazioni del Tac Index, infatti, il Fis sottolinea che nell’ultima settimana la tariffa media del trasporto aereo da Shanghai all’Europa è calata di 47 centesimi di dollari al chilo, quella da Hong Kong di 18 centesimi, con una riduzione media di tutte le partenze cinesi verso l’Europa di 32 centesimi al chilo.
Continuano a crescere invece le tariffe dalla Cina verso gli Stati Uniti, che in una settimana sono aumentate di ben 1,10 dollari, raggiungendo la cifra media di 10,21 dollari al chilo. L’unica eccezione è Hong Kong, le cui tariffe verso gli Usa sono calate di 4 centesimi al chilo. La riduzione dei noli verso l’Europa è un segnale che l’offerta di stiva sta aumentando, grazie all’uso diffuso e più efficiente dei charter e degli aerei passeggeri adattati al trasporto delle merci.
Lo scenario resta comunque in rapida evoluzione e dipende sempre da come si muove il coronavirus e delle conseguenti risposte dei Governi. La progressiva riapertura delle attività industriali e commerciali in Europa potrebbe portare all’aumento del traffico merci con la Cina, mentre resta l’incognita dell’America, che risulta in ritardo rispetto all’Europa nella propagazione della pandemia. Sottolineiamo anche che l’aumento dei prezzi dell’aereo ha favorito il trasporto terrestre tra Cina ed Europa, che ora non avviene solo col treno, ma anche con il camion. Siamo comunque ancora lontani da un parvenza di normalità.