Il cargo aereo resta positivo, ma mostra segni di stanchezza e a marzo 2018 segna la percentuale d'incremento annuale più bassa degli ultimi ventidue mesi: solo l'1,7%, cinque punti meno rispetto a febbraio. Secondo la Iata, questo rallentamento è causato dalla fine di un ciclo di rifornimento dei magazzini (restocking), durante il quale le imprese di produzione e vendita hanno dovuto riempire gli scaffali rapidamente per affrontare una domanda elevata e ora devono svuotarli anche a causa del rallentamento del commercio globale. " È normale che in questa situazione il cargo aereo rallenti", spiega Alexandre de Juniac, presidente e Ceo della Iata. "Guardando al futuro, restiamo ottimisti sulla crescita domanda di trasporto aereo, che dovrebbe attestarsi sul 4-5% alla fine di quest'anno, ma ci sono venti contrari. La crescita economica è frammentaria, ma il danno maggiore potrebbe essere politico, come l'attuazione di misure protezionistiche da parte di Stati Uniti e Cina".
A livello regionale, il traffico in Africa è calato a marzo del 3,4%, ma bisogna considerare che nello stesso mese del 2016 era aumentato in modo rilevante. I vettori di questo continente mantengono comunque un buon ritmo di crescita: +17% negli ultimi diciotto mesi, quindi è prematuro parlare di tendenza negativa. Le altre regioni sono tutte in crescita,a anche se in misura diversa. Quasi stabile (+0,7%) e l'Asia Pacifico, che soffre della riduzione dell'export di Giappone e Corea e resta esposta a eventuali dazi degli Stati Uniti. Sotto l'unità (+0,8%) è anche la crescita dei vettori del Medio-Oriente, valore coerente con il generale indebolimento delle prestazioni economiche della regione.
L'Europa raggiunge l'uno percento, un risultato non eclatante penalizzato dall'euro forte e dal rallentamento delle esportazioni tedesche. Va meglio l'America settentrionale, con una crescita del 3,9% e quella Latina cresce addirittura a doppia cifra (+15,5%), grazie alla ripresa del Brasile.
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