L’incontro avvenuto il 24 febbraio 2024 nella sede dell’Enac nell’aeroporto della Malpensa tra alcuni sindacati e la società di handling Mle Bcube si è concluso senza alcun risultato e quindi resta aperta la vertenza sulla cargocity dello scalo lombardo, che ha causato cinque giorni consecutivi di sciopero. La protesta è stata indetta da quattro sigle di base (Usb, Adl, Flai e Cub Trasporti), mentre le tre confederali (Cgil, Cisl e Uil) hanno raggiunto in passato in accordo con Mle (che sta alla base delle contestazioni dei sindacati di base).
Non tutte le sigle sono state invitate il 24 febbraio e una di quelle presenti, la Flai, ha lasciato il tavolo ritenendo che non ci fossero le condizioni per proseguire il confronto. Al centro della riunione c’era l’applicazione di un accordo raggiunto in Prefettura il 13 febbraio e secondo una nota della Flai, Mle non intenderebbe rispettarlo. La vertenza tornerà in Prefettura il 29 febbraio per trovare un’ulteriore mediazione.
La cargocity della Malpensa è al centro anche di un intervento dell’associazione degli agenti aerei Anama, che ha criticato l’efficienza delle società di handling. Una prima risposta è giunta da Alha e in seguito ha replicato anche Mle Bcube con una nota in cui ritiene “poco comprensibile la delegittimazione del sistema Malpensa che rimane il principale scalo cargo del Paese”.
La società sottolinea che “le attività operative abbiano subìto un condizionamento a partire dallo sciopero generale del 9 febbraio, e nei giorni successivi fino al 15 febbraio, a causa di azioni illegittime da parte di alcune sigle sindacali autonome. Tuttavia, Mle tiene a precisare che la situazione è completamente rientrata e l’operatività dello scalo è assolutamente regolare”.
Al termine della nota, la società auspica “l’istituzione di un tavolo di dialogo con tutte le parti interessate, al fine di ragionare su soluzioni sistemiche che possano prevenire situazioni simili in futuro e garantire la continuità e l’efficienza delle operazioni presso lo scalo cargo di Malpensa. L’obiettivo è trovare un accordo condiviso che rispetti gli interessi di tutti gli stakeholders, promuovendo un ambiente di lavoro sereno e produttivo”.