Nel 2006, l'Antitrust del Dipartimento della Giustizia statunitense avviò un'indagine nei confronti di ventidue compagnie aeree di tutto il mondo, accusate di avere attuato un cartello delle tariffe, e nell'agosto del 2007 vennero emesse le prime sanzioni contro British Airways e Korean Air Lines per 300 milioni di dollari. Le due compagnie ammisero di avere attuato il cartello insieme ad altre società nell'ambito del surcharge carburante. Seguirono altre sanzioni, tra cui quelle contro Qantas nel dicembre 2007 (61 milioni) e nei due anni successivi: Cargolux (119 milioni), Japan Airlines (110 milioni), Lan Cargo (109 milioni), Asiana Airlines (50 milioni), Nippon Cargo (45 milioni), El Al (15,7 milioni).
Il lavoro dell'Antitrust continuò dal 2009 al 2011, con altre multe milionarie: Singapore Airlines (48 milioni), All Nippon Airways (73 milioni), China Airlines (40 milioni), Polar Air Cargo (17,4 milioni), Northwest Airlines (38 milioni). Inoltre, due dirigenti di Cargolux sono stati condannati a tredici mesi di carcere. Ma la questione non è finita con le sanzioni, perché contemporaneamente diversi clienti delle compagnie hanno avviato cause civili di risarcimento, fin dal 2006.
Si aprì quindi un capitolo che si è chiuso solamente dieci anni dopo, con l'ultima sentenza emessa il 5 ottobre 2016 da un Tribunale di New York, che impone il pagamento di 100 milioni a Polar Air Cargo, di 50 milioni ad Air China, di 12,5 milioni ad Air India e di 35 milioni ad Air New Zeland. In questi dieci anni, le compagnie coinvolte nel cartello hanno sborsato 1,2 miliardi di dollari solamente di risarcimenti ai clienti nell'ambito di 28 cause. Si stima che gli avvocati coinvolti in questi procedimenti abbiamo lavorato per 290mila ore, fatturando complessivamente 100 milioni di dollari, più il 25% dei rimborsi ottenuti (388 milioni) e due milioni e mezzo di rimborso spese.
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