Il 25 maggio del 2012, l'autoarticolato guidato dal napoletano Giovanni Di Natale, di 45 anni, si ribaltò e s'incendiò all'ingresso della galleria Colledara dell'autostrada A24, in un tratto in forte pendenza, causando la morte dell'autista. Dopo l'incidente, la procura di Teramo avviò un'indagine che terminò con la richiesta di rinvio a giudizio per tre persone: Alessandro Di Matteo, legale rappresentante dell'azienda di autotrasporto titolare del veicolo, Giovanni Senatore, responsabile della Motorizzazione Civile di Napoli (che aveva revisionato il camion pochi giorni prima) e Igino Lai, responsabile della manutenzione e della sicurezza della società Autostrada dei Parchi, che gestisce l'A24.
Secondo gli inquirenti, le tre persone sarebbero state corresponsabili dell'incidente perché una perizia ha rilevato che i freni dell'autoarticolato non funzionavano in modo corretto e perché sul quel tratto di autostrada mancano le rampe di arresto per creare una via di fuga ai veicoli pesanti che non riescono a rallentare.
Nell'aprile del 2015 i tre indagati sono stati rinviati a giudizio e nell'ottobre dello stessa anno è iniziato il processo. Nell'arringa finale, il pubblico ministero Enrica Medori aveva chiesto una condanna di due anni e sei mesi per tutti gli imputati. Il 30 gennaio è terminato il processo, assolvendo tutti gli imputati dall'accusa di omicidio colposo perché il fatto non costituisce reato.
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