Il camionista è un mestiere a rischio d'estinzione? Alcuni segnali mostrano che sta diventandolo in diversi Paesi stranieri. L'allarme più recente è lanciato da Florence Berthelot, delegata nazionale dell'associazione degli autotrasportatori francesi FNTR, secondo cui non mancano solo gli autisti già formati, ma anche i candidati a diventarlo. Eppure, precisa Berthelot, gli organismi di formazione francesi lavorano a pieno regime e numerose persone cercano lavoro.
"Non è un problema nuovo, perché è emerso già alla fine del decennio 2000, però la crisi economica lo ha oscurato e oggi torna d'attualità", scrive l'esponente della FNTR, aggiungendo che riguarda l'intera Europa. Berthelot individua alcune cause di questo fenomeno e ritiene la principale la mancanza di attrattiva di questo mestiere, ritenuto dall'opinione pubblica malpagato, con orari "infernali" e spesso pericoloso. Elementi che non non attirano certo i giovani.
Uscendo dalla Francia, anche in Italia emergono segnali preoccupanti. Diversi imprenditori che potrebbero crescere grazie a una ripresa dell'autotrasporto incontrano difficoltà proprio perché non trovano autisti esperti o giovani da formare. Un problema in più per l'Italia è la mancanza di un percorso formativo dedicato e il costo elevato delle patenti superiori, tenendo conto che manca anche quel serbatoio importante costituito dalla leva militare obbligatoria.
L'albo degli Autotrasportatori ha avviato un programma per promuovere il mestiere di autista e per contribuire alle spese per ottenere le patenti, ma è ancora presto per trarre un bilancio definitivo. Sappiamo solo che a metà giugno hanno presentato domanda oltre duemila persone. Ma il conseguimento della patente è il primo passo. In Italia manca infatti una struttura che metta in contatto gli autisti che cercano lavoro con le imprese e mancano forme di praticantato sul camion, tranne eccezioni in alcune imprese.
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