L'indagine è partita dalla Polizia Stradale di Lucca, che ha aperto un'altra finestra sullo sfruttamento di autisti nell'autotrasporto per conto terzi. L'operazione "Guida non stop" ha richiesto la perquisizione della sede di un'azienda di autotrasporto di Piana di Lucca, di cui gli inquirenti non hanno fornito il nome. Al termine dell'indagine, la Polstrada ha denunciato sia i due titolari dell'impresa, sia il suo amministratore che, secondo l'accusa, costringevano gli autisti a superare ampiamente le ore di guida permesse, mettendoli a volante fino a quindici ore senza il riposo di legge, distruggendo o falsificando la documentazione sulla loro attività.
Inoltre, i due proprietari, di cui le Autorità hanno rivelato solo l'età (66 e 39 anni) e l'amministratore (di 37 anni) avrebbero usato un sistema di videosorveglianza, cui accedevano in qualsiasi momento (anche in vacanza) tramite i loro smartphone e tablet, per tenere sotto controllo anche gli impiegati e i personale non viaggiante, scambiando tra loro le informazioni.
Per nascondere il tempo passato alla guida dai conducenti, i responsabili avrebbero attuato diversi sistemi. Uno di questi è noto: far utilizzare all'autista più dischi del cronotachigrafo consecutivamente, distruggendo quelli in eccesso. Poi falsificavano i moduli delle assenze, in modo da mostrare che il dipendente non aveva lavorato in giorni in cui era in realtà al volante. E se proprio non si poteva evitare di registrare i tempi di guida, i dischi erano fatti sparire denunciandone il furto.
Durante la perquisizione della sede, gli agenti hanno trovato tre scatoloni con duemila dischi dei quali era stata denunciata la sottrazione. Uno dei titolari, ha invitato telefonicamente l'amministratore di farli sparire durante una verifica dell'Ispettorato del Lavoro. La Polstrada, che stava intercettando la telefonata, ha avvertito gli ispettori sul posto, che hanno preso sul fatto l'uomo mentre stava caricando uno scatolone di dischi sulla sua macchina.
Per provare che l'azienda toscana costringeva sistematicamente gli autisti a superare i tempi di guida e distruggeva i dischi, la Polstrada ha seguito per mesi gli spostamenti dei camion, coinvolgendo pattuglie di tutta l'Italia, per poi incrociare gli itinerari rilevati con i dati dei dischi ufficiali presenti in azienda.
Al termine dell'indagine i tre uomini sono stati accusati di diversi reati penali: falso, violenza privata, concorrenza illecita, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Sono indagati anche tre autisti che durante i controlli su strada hanno presentato, in modo consapevole, i documenti falsi prodotti dall'azienda.
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