La ricostruzione dei Carabinieri mostra che i rapinatori avevano ben organizzato il colpo. Sapevano che cosa avrebbe caricato l'autoarticolato (generi alimentari di elevato valore) e dove l'avrebbe fatto (un deposito situato lungo la Tangenziale di Bari). L'assalto doveva avvenire con due autovetture rubate, più una noleggiata a Milano che doveva fare da "palo". In auto, i banditi avevano radio ricetrasmittenti, un disturbatore di frequenze, chiodi a tre punte, pistole, guanti e passamontagna.
Il piano sembrava perfetto. Dopo avere forzato il cancello di un impianto attiguo, alcuni banditi si sono appostati in attesa che l'autoarticolato uscisse dal deposito. Quando il camion stava per imboccare la strada, una delle due auto rubate doveva tagliargli la strada, bloccando il veicolo pesante e assalendo la cabina. Probabilmente il seguito avrebbe dovuto seguire un copione ampiamente sperimentato: sequestro dell'autista fino alla sparizione dell'articolato e sua liberazione in campagna, a qualche chilometro di distanza.
Ma i banditi non hanno fatto i conti con la determinazione del camionista che, quando ha visto pararsi davanti a sé la vettura dei rapinatori, ha intuito le loro intenzioni e invece di frenare d'istinto ha proseguito la marcia, speronandoli e fuggendo. Subito i Carabinieri hanno cominciato le ricerche della banda.
Durante la mattina, i militi hanno arrestato cinque italiani, quattro baresi e un palermitano. Tre di loro sono stati arrestati a San Girolamo, mentre lasciavano l'auto in un parcheggio condominiale, gli altri due qualche ora dopo, quando gli inquirenti hanno trovato l'auto noleggiata. I cinque uomini sono stati denunciati per tentata rapina aggravata, detenzione abusiva di armi, installazione di apparecchiature atte a intercettare o impedire comunicazioni e ricettazione.
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