L'affermazione è contenuta in un testo postato sul web nell'ambito della campagna Highway Serial Killings e che ora non è più visibile. Ma lo riportano diverse testate statunitensi, citando l'analista dell'Agenzia federale statunitense Christie Palazzolo, che ha ovviamente chiarito che i camionisti sono persone oneste e che non sono assassini seriali. Però, ha aggiunto, il profilo è verosimile e casi simili sono accaduti.
Questa indicazione emerge dall'analisi svolta dalla FBI, che ha rilevato 750 vittime di serial killer trovate lungo le autostrade statunitensi dal 2004, anno in cui è iniziata la Highway Serial Killings. L'Agenzia ha un elenco di 450 sospetti, molti dei quali sono autisti di veicoli pesanti. Secondo Ginger Strand, autore del libro Killer on the Road, almeno 25 camionisti sono stati condannati per omicidi seriali.
Le vittime di questi serial killer autostradali sono, secondo la FBI, donne che vivono in situazioni marginali o di rischio elevato, come tossicodipendenti o prostitute, che sarebbero caricate sui camion nei truck stop o nelle stazioni di servizio, per poi essere violentate, uccise e gettate sul ciglio della strada. Secondo Palazzolo, la professione di autista facilita la scelta delle vittime in diverse zone degli Stati Uniti. Inoltre, sono difficilmente riconoscibili e hanno a disposizione uno spazio mobile e poco visibile, come la cabina del camion.
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