Dopo avere occupato la capitale canadese di Ottawa il 31 gennaio 2022 con decine di autoarticolati, la protesta condotta dagli autotrasportatori canadesi contro le restrizioni causate dalla pandemia non si è fermata, anzi si è estesa in altre aree del Paese e ha raggiungo il confine con gli Stati Uniti, dove i camion hanno bloccato il transito dell'Ambassador Bridge, che collega l'Ontario a Detroit. Ciò ha causato la sospensione della produzione in alcuni stabilimenti automobilistici di Ford, Stellantis, General Motors e Toyota. La possibile espansione negli Stati Uniti preoccupa anche la Casa Bianca, che ha chiesto al Canada di usare poteri federali di fermare i convogli di camion.
I camionisti hanno scelto l'Ambassador Bridge perché sanno bene che è un’arteria vitale per la produzione e il commercio tra Stati Uniti e Canada. Ogni giorno vi transitano merci per 284 milioni di euro e rappresenta una via di comunicazione per la produzione automobilistica, che ormai è divisa tra le due sponde del fiume Detroit. Alcuni semilavorati vi possono transitare più di una volta al giorno. Inoltre è usato da 40mila lavoratori transfrontalieri.
Il 10 febbraio i camion hanno bloccato anche un altro valico tra Canada e Stati Uniti, quello di Emerson, che collega Manitoba con il Nord Dakota, bloccando completamente la circolazione. A due settimane dall’inizio della protesta, Ottawa è ancora invasa da centinaia di veicoli industriali, che hanno occupato tutto lo spazio antistante al Parlamento e agli uffici del primo ministro Justin Trudeau. La Polizia non sembra in grado di sciogliere la manifestazione perché non ha risorse sufficienti e finora è riuscita ad arrestare solo venticinque persone.
La protesta potrebbe contagiare anche gli Stati Uniti. Alcune fonti affermano che in California si sta organizzando un convoglio che potrebbe ostacolare lo svolgimento del Superbowl, previsto per il 13 febbraio e il discorso sullo Stato dell’Unione, programmato per il primo marzo. Preoccupazioni confermate dal dipartimento per la Sicurezza Interna, che ha ricevuto rapporti su camionisti che intenderebbero bloccare alcune città statunitensi. Su Facebook un gruppo annuncia un Freedom Convoy che potrebbe dirigersi sulla capitale Washington per il 4 marzo.