Il 18 luglio 2016 è stato diffuso dal quotidiano El Periòdico de Catalunya il rapporto della Polizia della Catalogna Mossos d'Esquadra sull'uscita di strada dell'autobus, che causò la morte di tredici studentesse dell'Erasmus, sette delle quali italiane. L'autista di 62 anni alla guida è ancora ricoverato in ospedale in gravi condizioni e non può rispondere alle domande degli inquirenti, che hanno intanto analizzato i dati del cronotachigrafo dell'autobus e ascoltato le testimonianze dei suoi colleghi, che viaggiavano in convoglio tra Valencia e Barcellona.
Gli altri autisti hanno dichiarato che Santiago R.J. (conosciuto come Santi) era già stanco al momento della partenza da Barcellona verso Valencia (ricordiamo che l'incidente è avvenuto nel viaggio di ritorno). Analizzando i dati del cronotachigrafo, gli inquirenti hanno anche rilevato che tra le 4:00 e le 5:50 del mattino del 20 marzo, ora dell'incidente, l'autobus ha ridotto la velocità per 77 volte senza alcun motivo causato dalle condizioni della strada o del traffico. Infatti, gli altri autobus del convoglio hanno proceduto in maniera regolare. Il cronotachigrafo mostra che un minuto prima dell'uscita di strada, il veicolo è passato da una velocità di 100 km/H a 74 km/h, per poi tornare a 100 km/h, velocità in cui è avvenuto l'incidente.
I passeggeri sopravvissuti hanno testimoniato che l'autobus si spostava da sinistra a destra sulla corsia e che diverse volte hanno sentito il rumore provocato dagli pneumatici che passavano sopra la linea di destra della prima corsia. Un testimone ha anche aggiunto che l'autista ha abbassato improvvisamente la testa. Dopo queste rilevazioni e testimonianze, il magistrato sta analizzando i dati del cronotachigrafo dell'autista nei giorni precedenti, per verificare che abbia rispettato i tempi di guida e di riposo imposti dalla normativa.
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