L'inchiesta sull'azienda di autotrasporto milanese LTM, che ha una flotta di una decina di veicoli industriali, si concluse a ottobre 2015 con la denuncia dei due titolari, padre e figlio, in seguito alle segnalazioni di alcuni conducenti. Gli autisti affermavano di essere costretti a guidare fino a quindici ore al giorno, sotto la minaccia del licenziamento. Alla fine di marzo 2017 si è concluso il processo con la condanna a tre anni e mezzo e due anni e quattro mesi ai due responsabili dell'azienda, padre e figlio.
Il quotidiano Il Giorno riporta citazioni della sentenza firmata dal giudice Carmen D'Elia, secondo cui gli autisti non potevano compiere soste impreviste ed erano controllati tramite tracciamento Gps. Inoltre, gli autisti dovevano violare le ore di guida e di riposo, usando la carta tachigrafica di un collega insieme alla propria oppure manomettendo il cronotachigrafo.
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