I parlamentari europei hanno affrontato la spinosa questione della concorrenza europea nell'autotrasporto partendo dalla recente introduzione del salario minimo in Germania, una misura imposta anche agli autisti dei veicoli stranieri che caricano, scaricano o svolgono cabotaggio in territorio tedesco. Una misura contrastata da alcuni Governi comunitari, soprattutto dell'est, e che quindi è diventata di competenza comunitaria.
Il dibattito è stato introdotto dal Commissario ai Trasporti, Violeta Bulc, che ha dichiarato che la Commissione Europea sta ancora valutando le conseguenze di queste nuove norme, che comunque devono rispettare le Legge comunitaria. Ha poi proseguito l'intervento dicendo che in questa fase la Commissione non può fornire una posizione precisa sull'argomento.
Durante il dibattito, l'Aula si è divisa in due schieramenti. Alcuni interventi hanno sottolineato la necessità di prevenire il dumping sociale e assicurare una concorrenza leale tra gli autotrasportatori. Per far ciò, alcuni oratori hanno proposto l'introduzione di un salario minimo europeo e hanno chiesto alla Commissione Europea di preparare con urgenza proposte per tutelare i diritti degli autisti e le loro condizioni di lavoro, compresa l'istituzione di una "lista nera" delle aziende che violano le leggi.
Secondo altri europarlamentari, imporre un salario minimo europeo nell'autotrasporto internazionale porrebbe ostacoli alla libera circolazione delle merci, oltre a essere una misura contraria alle norme comunitarie sul mercato unico e sul principio di sussidiarietà. Infine, tale provvedimento aumenterebbe i costi delle pratiche amministrative delle imprese d'autotrasporto.
L'unica decisione concreta emersa dal dibattito del 25 marzo è che la Commissione Europea dovrà inserire la questione dell'armonizzazione delle regole sociali e delle condizioni di lavoro degli autisti nel pacchetto legislativo sulla circolazione stradale, che sarà preparato nel 2016. Lo ha annunciato Violeta Bulc al termine del suo intervento.
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