I provvedimenti presi dalle Regioni italiane per contrastare l’epidemia di coronavirus hanno conseguenze in sempre più attività connesse al trasporto delle merci. Una è stata denunciata il 26 febbraio 2020 da Fai Conftrasporto e riguarda i corsi obbligatori che gli autisti di veicoli industriali e autobus devono seguire per conseguire o rinnovare la Carta di qualificazione del conducente. Il divieto di tenere riunioni pubbliche o private, che riguarda tutti i corsi, colpisce infatti anche quelli di formazione dell’autotrasporto, con la conseguenza che i camionisti che hanno la Cqc in scadenza rischiano di non poterla rinnovare in tempo e quindi di non potersi mettere al volante del camion, in una situazione già critica per l’autotrasporto, dove potrebbero aumentare gli autisti in quarantena.
Il segretario generale di Fai Conftrasporto, Andrea Manfron, ha illustrato questo problema ai deputati della Commissione Trasporti della Camera durante l'audizione del 25 febbraio sul Decreto Legge che cambierà alcuni criteri di applicazione e di formazione della Cqc. Manfron ha quindi chiesto più tempo per terminare tali corsi, dove sono stati sospesi per la Cociv-19. Nell’audizione, il segretario di Fai Conftrasporto ha anche esposto due proposte dell’associazione per modificare l’attuale normativa sulla Carta di qualificazione.
La prima è modificare la definizione proposta del trasporto occasionale per quanto riguarda l’esenzione dalla Cqc. La formula attuale farebbe rientrare nella deroga anche l'autotrasporto in conto proprio “con evidenti distonie rispetto al trasporto in conto terzi”. La seconda proposta di Fai Conftrasporto riguarda la riduzione dei costi che gravano sulle imprese e sugli autisti per il rinnovo quinquennale. Ciò potrebbe avvenire, precisa l’associazione, riducendo le ore del corso di formazione periodica per i conducenti che hanno già svolto quella obbligatoria.