"La qualità della vita lavorativa dei camionisti: tra passione, viaggi e nostalgia. Una ricerca esplorativa." è il titolo della tesi discussa presso la facoltà di psicologia dello sviluppo e dei processi socio-lavorativi all'Università di Cagliari. L'autrice è Alessandra Steri, una ventisettenne di Sardara (sud della Sardegna), che ultimati i suoi studi in psicologia è attualmente impegnata nel tirocinio formativo. Figlia di un camionista, ha sempre vissuto a contatto con il mondo dell'autotrasporto e sono stati proprio i racconti del padre a convincerla ad iniziare una ricerca approfondita verso gli aspetti positivi e negativi di un lavoro non ancora riconosciuto – in Italia – come usurante.
La tesi si articola in tre capitoli. Nel primo è descritto l'ambito normativo della professione e dei lavori usuranti, con riferimenti ad orari e pause, confronto tra norme nazionali ed europee e requisiti necessari; nel secondo, l'attenzione è rivolta agli aspetti medici e scientifici che coinvolgono la salute del camionista, come i disturbi del sonno, l'obesità e le patologie muscolo-scheletriche, senza dimenticare i rischi professionali (gestione della fatica e incidenti). Il terzo capitolo, infine, consiste nella vera e propria ricerca effettuata dall'autrice, che ha sottoposto un gruppo di autisti ad una intervista semi-strutturata (a tutti le stesse domande) sul tema della qualità della vita.
Da quanti anni lavora come trasportatore? Quanti chilometri al giorno percorre con il camion? Quanto tempo libero le resta durante la giornata? Ritiene che il suo sia un mestiere faticoso? Ha sofferto o soffre ancora di malattie professionali (riconosciute dall'Inail)? Quali? sono solo alcune delle domande rivolte a un campione di camionisti e dalle quali emerge una situazione a tinte chiaro scure.
Dalla ricerca condotta dalla Steri, l'importanza del trasporto merci per la società e l'economia italiana, merita maggiore considerazione, soprattutto in relazione alla responsabilità che la professione di autotrasportatore comporta. La qualità della vita del camionista non è solo compromessa da problemi legati alla salute (ipertensione, diabete, obesità), ma anche dalla carenza di tempo da dedicare alla vita privata e sociale.
Dall'analisi dei dati presentati nella tesi, la questione di fondo rimane sempre la stessa: come mai la categoria non rientri tra le mansioni usuranti e non ottenga il riconoscimento richiesto, nonostante l'impatto e il valore che la movimentazione delle merci hanno sul tessuto produttivo del sistema economico. "Devo ringraziare mio padre, che mi ha fatto conoscere dodici suoi amici/colleghi ai quali ho sottoposto le domande per la mia ricerca. Ho incontrato persone incredibili, che con passione e orgoglio portano avanti un lavoro che reclama maggiore rispetto, visto anche gli scarsi ritorni economici" ha detto Alessandra Steri a TrasportoEuropa.
Davide Debernardi
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