Tre camionisti condannati in pochi giorni in altrettanti processi: questo è il bilancio degli ultimi giorni di ottobre sul versante penale dell'autotrasporto. La condanna più grave è quella confermata dalla Corte d'Appello nei confronti dell'autista russo Pavel Semin, ritenuto colpevole dell'omicidio del collega Roman Mazukin: dodici anni di carcere. Il fatto avvenne nel dicembre del 2016 all'interno dell'Interporto di Trieste-Fernetti, dove Mazukin venne trovato morto a causa di una coltellata al cuore. Gli inquirenti accusarono Semin e il suo collega russo Nicolaj Fedosov . Nel processo di primo grado Semin venne condannato a dodici anni per omicidio, mentre Fedosov fu assolto dall'accusa di concorso in omicidio. A ottobre 2019 è arrivata la sentenza d'Appello che conferma la condanna di Semin e annulla l'assoluzione di Fedosov, che dovrà essere processato per favoreggiamento.
Per omicidio stradale è stato invece condannato in primo grado a tre anni un camionista polacco di 28 anni Wojciech Krokosz, che il 6 febbraio 2018 causò il tamponamento a catena che provocò la morte di una donna di 33 anni e il grave ferimento di due persone. L'incidente avvenne sull'autostrada A23, dove si era formata una coda di veicoli per un cantiere stradale su cui piombò il furgone guidato da Krokosz a una velocità stimata dai periti di almeno 107 km/h. L'uomo procedeva a velocità elevata nonostante il cantiere fosse stato segnalato in precedenza con cartelli e segnali luminosi. E proprio l'eccessiva velocità ha spinto il giudice alla pesante condanna.
Più lieve è la condanna comminata il 30 ottobre dal Tribunale di Macerata al camionista rumeno Ion Ciovirnache, che ha patteggiato una pena di sette mesi per avere causato l'incidente dove morì una donna di 37 anni e il ferimento di un uomo di 33 anni. L'incidente avvenne nello svincolo di Corridonia della superstrada che porta a Macerata. L'auto guidata dalla donna stava entrando nella superstrada quando venne violentemente tamponata dall'autoarticolato condotto da Ciovirnache. Quest'ultimo è stato accusato di omicidio stradale e lesioni stradali perché la Polizia Locale accertò che il suo camion stava superando il limite di velocità di 10 km/h prima dell'impatto.
A Savona si sta intanto svolgendo il processo all'autista rumeno Ilim Bildan, che il 26 marzo del 2017 investì alcuni operai che stavano svolgendo lavori di manutenzione sull'autostrada A10, tra Albisola e Celle Ligure, uccidendo due di loro e ferendone altrettanti. L'autista è stato rinviato a processo per omicidio stradale plurimo e il 31 ottobre 2019 si è svolta l'udienza preliminare, dove l'avvocato difensore del camionista ha presentato le ricevute dei versamenti per risarcire le famiglie delle vittime, i due operai feriti e la società autostradale, con una somma complessiva di un milione di euro. Questo atto aprirà le porte al patteggiamento chiesto dall'imputato per due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena.
In questi giorni è stato indagato per omicidio stradale un altro camionista. Era alla guida di autocarro carico di animali vivi che nella serata del 30 ottobre ha investito frontalmente un'autovettura sulla Statale 194, vicino a Francofonte, in Sicilia, causando la morte dei tre occupanti. Sempre alla fine di ottobre, la Polstrada di Verona ha arrestato due uomini, padre e figlio, che viaggiavano sull'autostrada A22 su un autoarticolato che mostrava fari rotti, parabrezza incrinato e battistrada lisci. Ma non è stato questo a causare l'arresto, bensì il carico: dieci chilogrammi di cocaina nascosti tra una spedizione di fiori proveniente dai Paesi Bassi. Inoltre, l'autista non aveva la patente idonea per guidare l'articolato. Solo per le infrazioni stradali, gli agenti hanno comminato sanzioni per settemila euro. Nulla in confronto alla condanna che i due potrebbero ricevere per traffico internazionale di stupefacenti.
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