Dopo alcuni giorni di silenzio, il 27 aprile 2020 si riaccesa la discussione sulla modifica dei tempi di guida e di riposo degli autisti di veicoli industriali, chiesta da alcune associazioni degli autotrasportatori e contrastata dai sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Da circa un mese il fascicolo giace sul tavolo (o in un cassetto) della ministra dei Trasporti, che deve prendere una decisione su una questione su cui non ci sono compromessi. In realtà, il silenzio è finora un diniego alle modifiche, ma qualcosa potrebbe muoversi dietro le quinte.
Il segnale viene da un comunicato unitario diffuso oggi pomeriggio dalle tre sigle sindacali, che esordisce così: “Nessuno pensi che l’orario di lavoro del personale viaggiante, possa agevolmente venire stravolto a colpi di pubbliche dichiarazioni”. Le parole dei sindacati si riferiscono a un articolo pubblicato dal sito del The Medi Telegraph (emanazione del quotidiano genovese Secolo XIX), che riporta una dichiarazione del coordinatore ligure di Trasportounito, Giuseppe Tagnocchetti, che chiede “l’estensione nell’arco delle 24 ore della raccolta e distribuzione delle merci nei magazzini commerciali cittadini, nelle piattaforme logistiche, nei terminal portuali e interportuali” per ridurre l’intasamento sulle strade che potrebbe sorgere dai provvedimenti che entreranno in vigore il 4 maggio.
Tagnocchetti non parla di deroghe sulle norme sui tempi di guida e riposo degli autisti, ma ha messo comunque in allarme le tre sigle, che nella nota precisano che la richiesta viene da un’associazione datoriale e non dagli autisti o dai loro rappresentanti. “In un contesto dove la quasi totalità delle aziende dell’autotrasporto ha attivato la cassa integrazione per riduzione delle attività, riconducibile ad un meno 40% di traffici, e alla grande difficoltà che la ripresa del sistema produttivo si troverà ad affrontare nei mesi a venire, sinceramente non comprendiamo, considerata l’attuale organizzazione della filiera produttiva nazionale, quale sia l’estrema ratio di questo obiettivo”, aggiungono.
Le sigle ricordano che già dopo il crollo del ponte Morandi le associazioni dell’autotrasporto avanzarono, oltre a una richiesta di deroga agli orari di lavoro degli autisti anche quella di apertura 24 ore di porti e terminal, ribadendo che “Filt Cgil, Fit Cisl, e Uiltrasporti oggi come allora, valutano con parere contrario tali proposte, in quanto sostanzialmente inefficaci alla soluzione delle criticità settoriali, e peggiorative delle condizioni di salute e sicurezza per il personale viaggiante, oltre che per gli utenti della strada”.
Il comunicato conclude affermando che “Riteniamo più concretamente che dietro la grande preoccupazione di scongiurare pericoli, e garantire sicurezza agli autisti, si celi con insistenza il tentativo di destrutturare le garanzie e le tutele minime dei lavoratori stabilite dal Contratto Nazionale di Lavoro, dal regolamento CE 561/06, dal DL 81/2008 nonché dal Codice della Strada”.