Il carico ufficiale, formato da sacchi di colla in polvere, aveva un valore di alcune migliaia di euro, ma sotto quei sacchi c’era un altra polvere dal valore di almeno quindici milioni di euro. Si tratta di cocaina pura, che la Polizia ha scoperto nel doppiofondo del semirimorchio di un autoarticolato fermato vicino allo svincolo dell'autostrada A2 di Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia e a pochi chilometri dal porto di Gioia Tauro.
Le indagini sono nate da una segnalazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che aveva individuato un possibile carico di cocaina nascosto a bordo di un veicolo industriale in transito sul territorio nazionale. Ricevuta l’informazione, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ha attivato il coordinamento tra le diverse unità operative. Il veicolo è stato individuato e quindi fermato dalla Polizia Stradale a Sant’Onofrio.
La perquisizione del semirimorchio è avvenuta anche con un cane antidroga, il cui fiuto ha scoperto 125 panetti di cocaina termosaldati sottovuoto, ciascuno del peso di circa 1,1 chili. L’autista del mezzo, un uomo di quarant'anni originario di Polistena e con precedenti per vari reati, è stato arrestato con l’accusa di detenzione e trasporto di sostanze stupefacenti. Le indagini proseguiranno per scoprire la rete di contatti e i mandanti del narcotraffico, che si ritiene possa essere riconducibile alle potenti cosche della ‘Ndrangheta operanti nella piana di Gioia Tauro.
Secondo gli inquirenti, le spedizioni di cocaina provenienti dal Sud America e che sbarcano nei porti italiani (e Gioia Tauro resta ancora quello principale, almeno dall’entità dei sequestri) proseguono poi su camion, che hanno diversi vantaggi. Il primo è che possono trasportare carichi ingenti, il secondo è che la droga si può nascondere in carichi leciti, ricavando anche comparti segreti. Inoltre, l’elevato numero di veicoli industriali che viaggia lungo la Penisola rende difficile i controlli, a meno che, come in questo caso, non ci siano specifiche segnalazioni oppure l’impresa di autotrasporto non sia già sotto la lente degli inquirenti.