Le indagini della Finanza di Trani – denominate Operazione Varsavia - hanno scoperto una frode alle accise, che era anche una frode verso i consumatori, perché la banda di contrabbandieri vendeva un prodotto che fisicamente – e quindi dal punto di vista formale – era assimilabile all'olio lubrificante – che non è sottoposto all'accisa – ma che aveva le stesse caratteristiche visive ed energetiche del gasolio e quindi era venduto addirittura in distributori stradali compiacenti, oltre che a imprese di autotrasporto che volevano così abbattere i costi. Secondo i Finanzieri, l'organizzazione avrebbe importato tredici milioni di litri di questo prodotto tra settembre 2014 e novembre 2015 senza pagare un euro di accisa.
L'indagine è iniziata nel novembre 2014 dopo che una pattuglia della Finanza di Trani sequestrò a Corato un carico di 80mila litri di olio lubrificante che, in seguito a una verifica, era destinato come gasolio di autotrazione ad alcune imprese di autotrasporto pugliesi. Quindi, i Finanzieri hanno ricostruito una completa filiera basata su un'azienda commerciale italiana che acquisiva olio minerale in Germania e Polonia, tramite un apposito ufficio esportazioni polacco, e che lo vendeva in Italia tramite "rappresentanti".
In Italia, questo prodotto seguiva due canali di vendita. Il primo extrarete destinato ad aziende di autotrasporto, che lo usavano sui propri camion per eliminare completamente i costi dell'accisa, il secondo canale portava il prodotto a distributori stradali, attraverso alcune società intermediarie appositamente create dalla banda. La vendita era accompagnata da falsa documentazione fiscale e commerciale. Nella vendita alla rete, i truffatori vendevano il prodotto al prezzo del vero gasolio, guadagnando sull'imposizione fiscale minore che grava sugli olii minerali.
La Finanza ha valutato che la banda ha evaso undici milioni e mezzo d'imposte. Al termine dell'inchiesta, che ha impegnato 350 Finanzieri in tutta Italia, i magistrati hanno emesso misure cautelari verso 27 persone: sette in carcere per quattro campani e tre pugliesi, sette agli arresti domiciliari per tre campani e quattro pugliesi, otto provvedimenti di obbligo di dimora per sei italiani e due polacchi. Inoltre, hanno sequestrato sedici società, 53 autoveicoli, 17 immobili e terreni e numerosi conti correnti. La polizia polacca ha arrestato altre cinque persone in Polonia.
Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione al pagamento delle accise sui prodotti energetici, la truffa ai danni dello stato, la frode in commercio e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, il tutto con l'aggravante della trans-nazionalità della condotta criminale, reati per i quali rischiano fino ad un massimo di 14 anni di reclusione. Inoltre, i camion usati per trasportare il prodotto contrabbandato, tutti sequestrati, viaggiavano violando le norme sul trasporto di merci pericolose, causando anche un elevato rischio in caso d'incidente.
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