Infrastrutture, intermodalità e digitalizzazione sono le tre sfide più importanti che il porto di Genova dovrà affrontare nel prossimo futuro secondo il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini. E a proposito di smaterializzazione delle procedure il numero uno dell’Autorità, durante un’intervista web organizzata dal Propeller Club – Port of Genoa, ha annunciato: “Stiamo sperimentando un’app grazie alla quale entro fine luglio si eliminerà completamente il contatto fisico fra autisti dei mezzi stradali e gli uffici merci dei terminal portuali”.
Per ciò che riguarda le altre due sfide da vincere Signorini ha sottolineato che “negli ultimi mesi si è assistito a un’estensione della retroportualità ligure molto significativa” ma ora rimane “da sviluppare un modello d’incentivazone del trasporto intermodale”. In questo quadro complessivo rimangono “due fasi della catena ancora da efficientare: il lavoro portuali (per cui da due anni stiamo lavorando al piano di risanamento) e le manovre ferroviarie svolte da FuoriMuro”.
Sottolineando l’importanza in un momento come questo del piano straordinario di opere da due miliardi di euro previsto per il porto grazie alla cosiddetta “legge Genova”, il presidente dell’AdSP ha individuato come prioritarie alcune opere specifiche: “Le due dighe di Genova Sampierdarena e di Vado Ligure, il potenziamento dell’ultimo miglio ferroviario e stradale verso le banchine, e gli investimenti privati dei terminalisti sui quali ho ricevuto impegni convincenti”. Qualche giudizio critico è arrivato anche nei confronti di Autostrade per l’Italia a seguito della paralisi che da giorni affligge le principali arterie attorno allo scalo. “La paralisi infrastrutturale di questi giorni è incommentabile, penosa” ha detto Signorini. “Una situazione veramente fuori controllo. Peggiore persino di quelle vissute per le mareggiate, i crolli dei viadotti e il Covid-19 per il porto di Genova. Isoradio ormai è diventata Isogenova”.
A proposito infine dell’impatto dell’emergenza Coronavirus sui traffici marittimi il vertice dell’Asp del Mar Ligure Occidentale ha raccontato che «nei primi cinque mesi del 2020 i container sono calati del 7% circa ma il dato peggiorerà ancora perché il mese di giugno sappiamo già essere negativo. Solo nei mesi di aprile e maggio la flessione dei container è stata del 30%. A livello complessivo il primo semestre dell’anno farà registrare una perdita di tonnellate movimentate pari a 20-25%, un dato che fa scopa con il decreto Rilancio dove si prevede di dare ristoro ai terminalisti che abbiano subito cali di fatturato almeno del 20%”. In conclusione ha aggiunto: “Personalmente speravo che da questa situazione il porto ne potesse uscire prima ma dalle informazioni che ho, provenienti dal mercato, sia per ciò che riguarda le importazioni dalla Cina che l’esportazioni verso gli Stati Uniti, il mese di giugno andrà male e luglio sarà ancora difficile”.
Nicola Capuzzo