L'ultima trova di Renzi è abolire il bollo degli autoveicoli. Sembrerebbe una buona notizia, ma si completa con l'aumento delle accise sui carburanti per compensare il mancato introito della tassa di possesso. Una misura già attuata da tempo in altri Paesi, come la Germania, che ha lo scopo di far pagare i costi delle infrastrutture a chi le usa di più, perché un esborso fisso uguale per tutti (secondo la potenza fiscale del veicolo) sarebbe sostituito da uno variabile sul chilometraggio percorso.
E proprio questa caratteristica penalizza anche le attività basate sulle percorrenze, tra cui gli autotrasportatori. La Cgia di Mestre ha svolto una simulazione basata sull'ipotesi di un aumento dell'accisa di 16 centesimi per litro (valore necessario per compensare i 6,1 miliardi l'anno di mancato introito del bollo), mostrando che può risparmiare solo chi percorre meno di 20mila chilometri l'anno.
La simulazione è svolta considerando un'autovettura privata a gasolio, ma la Cgia afferma che sarebbero penalizzati anche gli autotrasportatori. Per avere una dimostrazione più precisa, bisognerebbe però considerare anche lo sconto sulle accise ottenuto dalle imprese di autotrasporto che usano autoveicoli con massa complessiva oltre 7,5 tonnellate e con motori Euro 3 o superiori. Per loro aumenterebbe la soglia chilometrica di convenienza, ma bisogne tenere conto che questi veicoli possono percorrere oltre 100mila chilometri l'anno. Bisognerebbe anche capire se un eventuale provvedimento in proposito conterrà correttivi per il trasporto merci, come per esempio un ulteriore sconto sull'accisa. La stessa Cgia auspica misure specifiche per chi usa gli autoveicoli per lavoro.
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