Quando era in vigore, il servizio militare di leva fu un importante serbatoio di autisti di veicoli industriali, grazie alle migliaia di giovani che conseguivano le patenti superiori gratuitamente mentre vestivano la divisa. Ma questa fonte si estinse nel 2005, quando venne abrogata la leva e da allora non solo i giovani non presero più alcuna patente in modo gratuito, ma il costo per conseguire quelle per guidare i veicoli industriali è progressivamente aumentato, con un ulteriore onere sorto con l’obbligo della Carta di qualificazione. Anche se non è la principale causa dell’attuale carenza di autisti, il costo delle patenti resta un forte disincentivo a intraprendere questa professione.
Un ostacolo che l’associazione dell’autotrasporto Anita cerca di affrontare con un accordo firmato il 23 settembre 2022 al Circolo Ufficiali di Padova dal presidente Thomas Baumgartner e da Franco Lunerti, a capo del I Reparto di Segredifesa (ministero della Difesa). L’intesa rientra nel programma “Forze Armate e Accademia dell’autotrasporto”. Questo programma vuole offrire ai militari congedati o prossimi al congedo e ai giovani autisti (anche non provenienti dall’Esercito) con patente C la possibilità di accedere a un programma di formazione per conseguire l’estensione E, le certificazioni professionali (come Cqc o Adr) e le nozioni di base sul trasporto terrestre o intermodale.
L’Accademia opererà in stretto contatto con le imprese di autotrasporto associate all’Anita e secondo l’associazione “vuole essere uno strumento di condivisione di sapere e conoscenza per favorire l’apprendimento dei congedati e dei giovani che vogliono affacciarsi alla professione di conducente di mezzi pesanti, garantendo loro un percorso formativo di assoluto livello e la possibilità di sviluppare contesti collaborativi professionali”.
Baumgartner ha dichiarato che “l’ idea dell’accademia potrebbe essere una notevole opportunità per migliorare l’immagine della figura del conducente di mezzi pesanti, più volte messa in cattiva luce dall’opinione pubblica, che gioca un ruolo fondamentale nel processo di avvicinamento alla professione, soprattutto da parte dei più giovani”. Lunerti ha aggiunto: “ Il personale militare che lascia il servizio ha la giusta formazione e la giusta attitudine all’impegno e all’adattamento che deriva dalla cultura militare. Accogliamo con estrema soddisfazione l’accordo odierno e auspichiamo che l’iniziativa possa essere ripetuta in altre regioni italiane”.