Il 24 marzo 2025 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio per la revisione della Direttiva sulle patenti di guida, un passo fondamentale per armonizzare e modernizzare le norme relative all’accesso alla guida nell’Unione. La riforma, attesa da tempo e fortemente sostenuta dal settore del trasporto su strada, s’inserisce all’interno del più ampio Pacchetto per la Sicurezza Stradale della Commissione Europea, che ha lo scopo di ridurre il numero di vittime e feriti gravi sulle strade entro il 2030 e a zero entro il 2050.
Tra gli elementi principali dell’accordo appaiono l’introduzione di una patente digitale armonizzata a livello UE entro il 2030, la possibilità di guida accompagnata a partire dai 17 anni, l’ampliamento del riconoscimento delle patenti rilasciate da Paesi terzi, la maggiore flessibilità per guidare veicoli alimentati con carburanti alternativi e nuove regole per la sicurezza stradale, come il rafforzamento dei controlli medici e periodi di prova più severi per i neopatentati.
Secondo l’Iru, l’accordo riflette molte delle richieste del settore del trasporto professionale e rappresenta “un compromesso pragmatico” in grado di facilitare l’accesso alla professione e garantire maggiore sicurezza sulle strade. “La carenza di conducenti è una sfida strutturale: in Europa mancano circa 500mila autisti. Per questo, oltre ad attrarre giovani europei, è essenziale aprirsi anche ai talenti provenienti da Paesi terzi”, ha affermato Raluca Marian, direttrice Iru per l’UE.
L’introduzione di una patente digitale unica, accessibile tramite il portafoglio europeo di identità digitale e valida in tutti gli Stati membri, rappresenta una svolta. I cittadini potranno comunque scegliere se ricevere una versione cartacea o digitale: entrambe saranno valide per quindici anni per auto e moto (dieci anni se la patente è usata anche come documento d’identità).
Per rispondere alla carenza di autisti, l’accordo introduce una “guida accompagnata” a partire dai 17 anni, inizialmente per le categorie B, C1 e C1E. Tutti gli Stati membri dovranno prevedere questa possibilità per le automobili, con facoltà di estenderla anche a furgoni e camion. Questa misura consentirà ai giovani di iniziare a maturare esperienza pratica sotto la supervisione di un conducente esperto, migliorando la sicurezza e l’inserimento graduale nel mondo del lavoro.
Inoltre, è confermata la possibilità, per chi ha seguito una formazione completa, di guidare veicoli pesanti a partire dai 18 anni anche a livello internazionale. Tuttavia, nel trasporto passeggeri rimane il limite di 21 anni e la restrizione dei 50 chilometri per gli autisti più giovani, una barriera che secondo l’Iru andrebbe superata per rendere più attraente il mestiere.
L’accordo introduce anche misure per rafforzare la sicurezza stradale: gli Stati membri dovranno prevedere un controllo dell’idoneità fisica alla guida tramite esame medico o auto-valutazione certificata. Per tutti i nuovi conducenti sarà inoltre obbligatoria una fase di prova della durata minima di due anni, durante la quale si applicheranno norme più rigide contro l’abuso di alcol o sostanze stupefacenti.
Tra le novità rilevanti, c’è anche la possibilità per i cittadini europei residenti all’estero di ottenere la patente nel proprio Stato di cittadinanza, nel caso in cui nel Paese di residenza non siano disponibili esami in una lingua ufficiale dello Stato di origine. Si favorisce così la mobilità intraeuropea, riducendo barriere burocratiche che ostacolavano l’accesso alla guida per lavoratori e studenti all’estero.
Il riconoscimento delle patenti rilasciate da Paesi terzi, se conformi agli standard UE, rappresenta una semplificazione importante. Tuttavia, resta aperta la questione cruciale del riconoscimento delle qualifiche professionali. “Senza l’equivalenza dei certificati di qualificazione professionale (la nostra Cqc, ndr), questi autisti non potranno operare nell’UE. Ci auguriamo che la prossima revisione delle norme colmi questa lacuna”, ha spiegato Marian.
Chi è titolare di una patente di categoria B da almeno due anni potrà guidare veicoli alimentati con carburanti alternativi fino a 4,25 tonnellate. Il provvedimento, che estende l’esenzione anche al trasporto passeggeri, favorisce la diffusione di mezzi più sostenibili, in particolare per servizi di consegna urbana e trasporto pubblico leggero.
L’accordo provvisorio sarà ora sottoposto all’approvazione formale del Consiglio (Coreper) e del Parlamento europeo, prima dell’adozione finale. Una volta completata la revisione giuridico-linguistica, le nuove regole entreranno ufficialmente in vigore.
Queste misure si inseriscono negli obiettivi del Piano d’azione UE per la sicurezza stradale 2021-2030, che punta a dimezzare entro il 2030 il numero di vittime della strada. Nel 2023, secondo i dati della Commissione, in Europa si sono registrati 20.400 decessi per incidenti stradali, solo l’1% in meno rispetto al 2022. Le prime stime per il 2024 indicano un ulteriore calo del 3%, ancora lontano dall’obiettivo minimo del 4,5% annuo necessario per raggiungere il traguardo.