Che Amazon voglia gestire l'intera filiera del trasporto a livello globale è una volontà ormai ritenuta certa, sulla base di azioni attuate negli ultimi tre anni negli Stati Uniti e in alcuni Paesi pilota. Il colosso dell'e-commerce è piuttosto riservato su questo aspetto e non ha finora svelato in dettaglio il programma con cui interne portare in casa le varie attività logistiche. È una sorta di mosaico la cui immagine complessiva deve essere intuita da alcuni tasselli. Ciò vale anche in Italia, dove Amazon sta muovendosi con circospezione. Ma la direzione sembra delinearsi. Un primo passo è avvenuto il 1° gennaio 2017, con una mossa formale: il trasferimento delle attività di distribuzione dalla società Amazon City Logistica all'Amazon Italia Transport, costituita a luglio 2016, con il trasferimento di 68 persone. Quest'ultima società può operare anche nell'autotrasporto e in quella occasione, Amazon ha affermato che tale operazione "permetterà di fornire servizi di consegna middle e last mile ad altre società del Gruppo Amazon".
Il secondo passo è avvenuto nel novembre del 2018, quando Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Transport sono apparse nell'aggiornamento relativo agli operatori postali pubblicato dal ministero per lo Sviluppo Economico. La decisione probabilmente è stata dettata dalla multa di 300mila euro comminata ad Amazon dall'Autorità per le Comunicazioni, secondo cui le due società devono avere l'autorizzazione ai servizi postali anche se non hanno propri veicoli e autisti, ma nello stesso tempo ha aperto alla società di e-commerce l'opportunità di gestire direttamente le consegne.
Per farlo, però, l'autorizzazione ai servizi postali richiede l'applicazione ai dipendenti del contratto nazionale Trasporto Merci, Logistica e Spedizioni. E così arriva il terzo tassello, formalizzato il 12 settembre 2019: un accordo firmato tra Conftrasporto e i sindacati confederali sulle condizioni di lavoro degli autisti che svolgono le consegne nell'ultimo miglio. Le parti sottolineano che è un accordo nazionale valido per tutti gli operatori e non citano il nome di Amazon, ma fonti molto affidabili sentite da TrasportoEuropa (che non vogliono essere nominate) affermano che questo accordo arriva in sincronia con l'inaugurazione della piattaforma Amazon di Pordenone (che avverrà il 25 settembre) e che quindi potrebbe essere lo strumento formale per l'assunzione diretta da parte della società di e-commerce di autisti. a Tale proposito ricordiamo che Amazon si è associata a Federlogistica (federata a Conftrasporto) nel luglio 2018.
Se questa ipotesi venisse confermata, sarebbe la prima volta che una società del Gruppo Amazon assume stabilmente degli autisti per l'ultimo miglio. Magari non avverrebbe subito, perché il testo dell'accordo prevede che per sei mesi la società di trasporto può utilizzare gli autisti sotto forma di somministrazione ed esclusivamente con gli scopi di selezione, reclutamento e formazione. Ciò significa che in questo periodo i conducenti sarebbero formalmente assunti da un'altra società, che li somministrebbe ad Amazon. Ma poi dovrebbero diventare autisti Amazon a tutti gli effetti, aprendo un nuovo capitolo nella distribuzione italiana.
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