Il 15 ottobre 2020, la Guardia di Finanza ha annunciato la conclusione dell’indagine battezzata Take Ovest, che riguarda una consistente frode fiscale attuata tramite false compensazioni d’imposta. L’inchiesta ha coinvolto ben ottantotto imprese, in gran parte con sede a Milano, ma anche in Lazio, Piemonte, Campania ed Emilia Romagna, e 103 persone. Tra le società implicate nelle frode alcune operano nell’autotrasporto delle merci, di cui però gli inquirenti non hanno rivelato il nome. La frode, che avrebbe fruttato agli organizzatori e alle imprese 36 milioni di euro, si basava su un meccanismo di cessione riscossione di crediti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, ricorrendo al cosiddetto “accollo fiscale”.
In pratica, il debito tributario maturato da alcune aziende (definite accollate, ossia titolari dell’obbligazione tributaria) era pagato da un’altra società, definita accollante tramite compensazioni sull’F24 di propri crediti verso l’Erario. Ma ciò non è permesso dall’attuale normativa fiscale. Inoltre, in alcuni casi la società accollata pagava per questo “servizio” quella accollante, confermando secondo gli inquirenti l'irregolarità dell’operazione. Come se non bastasse, quindi società hanno ricevuto contributi a fondo perduto erogati durante la pandemia di Covid-19. Le società accollanti sono sedici e quelle debitrici una settantina. Gli inquisiti sono i rappresentanti legali delle società coinvolte e alcuni professionisti di Milano, Brescia, Novara, Lecco, Roma e Latina che hanno trasmesso i modelli F24.