Il 9 marzo il prezzo alla pompa del gasolio servito ha oltrepassato la soglia di 2,2 euro al litro e in alcuni casi ha superato quello della benzina, nonostante la minore accisa (0,617 euro contro 0,728 euro al litro). Una situazione che rischia di fermare i veicoli industriali perché non è più conveniente farli lavorare. Al prezzo elevato si aggiungono problemi nel rifornimento extrarete, come denuncia l’associazione confindustriale delle imprese Anita: “Le aziende stanno fermando i mezzi anche a seguito dei blocco delle forniture extrarete da parte di alcune compagnie petrolifere che per motivi speculativi lucrano su vendite future a prezzi aumentati”, ha dichiarato il presidente Thomas Baumgartner.
L’associazione sta rilevando da alcuni giorni anomalie sul mercato dei carburanti “con riduzioni dei fidi accordati alle imprese, riduzioni e in alcuni casi sospensioni delle forniture extrarete o addirittura aumento dei prezzi dell’extrarete a valori superiori a quelli della rete stradale”.
Per affrontare l’aumento del prezzo, Anita chiede al Governo nuove e urgenti misure “concrete, efficaci e immediatamente fruibili, anche di natura temporanea”. L’associazione ritiene che lo stanziamento di 80 milioni di euro del Decreto Energia non sia sufficiente per affrontare la crisi. “Le imprese meritano delle risposte immediate da parte delle Istituzioni e delle misure concrete e straordinarie per poter garantire la sopravvivenza di un settore”, conclude Baumgartner.