Il verdetto di primo grado contro il racket dell’autotrasporto di pomodori a Foggia è stato confermato a giugno 2020 dalla Corte d’Appello. La pena maggiore è stata inflitta a Roberto Sinesi, detto lo “zio”, ritenuto uno dei capi della cosca Sinesi-Francavilla, cui i giudici d’Appello hanno confermato la condanna a dodici anni come mandante delle estorsioni. Una condanna a dieci anni è stata confermata per Cosimo Giardiello (titolare di un’impresa di autotrasporto) e Luigi Speranza e otto anni per Raffaele La Tegola. Un quinto imputato, Luciano Cupo, ha scelto il rito abbreviato con una condanna in via definitiva a quattro anni. Gli avvocati difensori hanno annunciato il ricorso in Cassazione.
L’accusa sostiene che la banda ha chiesto agli autotrasportatori che dovevano scaricare i pomodori nello stabilimento Princes di Foggia una tangente di 50 euro al mese per fermarsi davanti all’impianto, richiesta che per il pubblico ministero (e per i giudici di primo e e secondo grado) era un’estorsione, mentre per i difensori una semplice guardiania, anche se abusiva. L’impianto accusatorio è stato sostenuto soprattutto da intercettazioni ambientali, perché le vittime del pagamento non hanno fornito un grande sostegno agli inquirenti. Secondo questi ultimi ciò sarebbe avvenuto per paura e omertà.