Dopo le insistenti richieste delle associazioni di categoria di permettere l’apertura dei punti di ristoro, con i relativi servizi, lungo le principali strade, nei porti e negli interporti per gli autisti dei veicoli industriali – oltre a quella già permesse per le aree di servizio autostradali – una prima risposta giunge dai ministeri dei Trasporti e della Salute. Secondo quanto riferisce nel pomeriggio del 17 novembre 2020 Conftrasporto, i ministri dei Trasporti e della Salute hanno firmato un’ordinanza che permette l’apertura dei punti di ristoro nei porti e negli interporti.
La stessa confederazione del trasporto sottolinea che però resta ancora esclusa la viabilità ordinaria, dove rimane il problema dei servizi per i conducenti di veicoli industriali. “Per dare un’idea, se con il mio camion percorro la Bari-Matera, la Pontina, la Pedemontana Veneta o la Lecco-Bormio dove non si trovano i luoghi indicati dalla circolare e ho un bisogno fisiologico, cosa faccio? Continuo a farla in mezzo alla strada?”, spiega il vice-presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè.
Uggè conclude sottolineando che “la nostra richiesta tendeva a una soluzione concreta per rendere più civile e dignitosa la condizione di uomini e donne che si muovono per lavoro, a tutte le ore del giorno e della notte, lungo strade del nostro Paese. La Francia l’ha fatto, mentre da noi, per lavarsi le mani o espletare un bisogno gli autisti e le autiste sono costretti a entrare in autostrada o a mettersi in coda all’ingresso dei porti degli interporti. Chiedevamo solo di alleviare un disagio palpabile, ma penso che questo concetto fondamentale faccia fatica a passare”.
Il videocast K44 Risponde ha dedicato un recente episodio a questo problema, interpellando autisti (Paola Gobbetti), gestori di aree di parcheggio camion ( Giancarlo Ceccarelli), rappresentanti di associazioni di categoria (Andrea Manfron di Fai e Paolo Starace della Sezione VI di Unrae). Se lo avete perso ve lo riproponiamo. Buona visione.