L'inchiesta è stata avviata dalla procura di Termini Imerese partendo da alcune verifiche fiscali svolte dalla Guardia di Finanza su alcune aziende gestite da un imprenditore residente nella provincia di Palermo (di cui non viene fornito il nome) da cui, secondo gli inquirenti, sarebbe emerso "un vasto fenomeno di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, attraverso il quale frodare l'erario". L'uomo era già stato soggetto a due avvisi orali dalla Questura "per le ripetute frequentazioni con personaggi appartenenti alla criminalità organizzata e per aver assunto o favorito l'assunzione di persone contigue ai locali mandamenti". Le indagini hanno scoperto che l'imprenditore aveva ceduto formalmente le quote di tre aziende a prestanome "con l'obiettivo di eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale, risultando essere formalmente un mero dipendente delle imprese che di fatto gestiva peraltro con atteggiamenti padronali".
L'imprenditore e altre tre persone sono state denunciate per trasferimento fraudolento di valori e per reati fiscali. Oltre all'arresto dell'imprenditore, i Finanzieri hanno sequestrato in modo preventivo sia le tre aziende di trasporto, affidate a un amministratore giudiziario, sia i proventi delle presunte frodi fiscali per un valore di un milione e mezzo di euro vincolando conti correnti, immobili, automezzi e quote societarie nella disponibilità di quattro imprese e di sei co-indagati.
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